Alitalia compagnia da nazionalizzare. No a svendita

 

Con il 67% dei voti i dipendenti Alitalia hanno rispedito al mittente l’accordo presindacale firmato con l’azienda il 14 aprile scorso. Una cura dimagrante, quella proposta ai lavoratori, che prevedeva la riduzione del personale di terra da 1380 a 980 lavoratori circa e una riduzione dello stipendio per il personale di volo dal 30 all’8%. Una ricapitalizzazione basata su un piano lacrime e sangue con stipendi da fame già così come sono, figurarsi poi abbatterli così drasticamente. In pratica il sindacato invece di portare a casa accordi favorevoli per i dipendenti mette sul tavolo proposte indecenti, accontentando quei settori imprenditoriali con i quali si ritrovano come nelle leopolde, ad esempio. Un sindacato che ha perso il contatto della realtà divenuto referenziale che non si svecchia e agisce come cinghia di trasmissione del sistema. Meglio farla fallire la compagnia di bandiera che farla a spezzatino per venderla a fettine e permettere ad azionisti come Etihad di dettare le proprie condizioni annullando le ragioni dei lavoratori. Da quando la finanza è entrata prepotentemente nella politica e nell’amministrazione degli stati con la scelta di uomini vicini e garantiti come Macron, diventa sempre più difficile lavorare mantenendo salva la dignità. Senza ricapitalizzazione ci sarà la liquidazione, ma anche la possibilità di ripensare un diverso  accordo per la rinascita di Alitalia che non può essere sacrificata per far salvi gli interessi di una finanza sempre più aggressiva. I trasporti sono settori strategici per lo sviluppo di un Paese che vuole puntare sul turismo. Si pensa ad opere come il Ponte sullo Stretto, si mantiene in vita la società ponte sullo stretto, che da anni immemori brucia soldi, e si propongono accordi capestro ai lavoratori aeroportuali !Trattare il personale di volo come manodopera da comprare al ribasso vuol dire che il personale navigante deve essere sostituito da chi si compra la fetta maggiore della società, svendendo professionalità insostituibili con una grande esperienza acquisita nel tempo e sul campo. Paradossalmente questa vicenda richiama alla memoria la questione degli aeroporti greci, acquistati per quattro soldi dalla signora Merkel con la scusa che bisogna stare sul mercato e vendere per ripianare la questione dei debiti da pagare all’UE. L’Alitalia andrebbe nazionalizzata, in quanto, se si punta al rilancio del paese Italia, settori strategici come i trasporti vanno incentivati di certo non svendendoli come se si trattasse di merce sui banchetti dei vu cumprà. Il lavoro non è un optional e quand’anche si pensasse ai robot, gli aerei hanno bisogno di uomini preparati fatti in carne e ossa.