Arriva il Natale e non tengo dineiro.

 

Sono diciottomilioni le persone a rischio povertà. Le diseguaglianze aumentano e chi stava bene sta sempre meglio, a discapito di chi continua ad arrancare e non ce la fa più. Il Mezzogiorno poi primeggia per quanto riguarda la perdita del   potere d’acquisto, ragion  per cui ci si domanda in che modo sta crescendo l’Italia, se i dati non sono affatto incoraggianti. Se a questo aggiungiamo poi che è cresciuto il numero degli occupati a termine, c’è davvero da piangere e preoccuparsi.Si lavora per pochi soldi e si è sempre più precari. La situazione del disagio  diventa più palpabile se ci si guarda in giro e ci si accorge che questo Natale sarà uno dei più sottodimensionati per quanto riguarda gli acquisti. Il Natale arriva certamente per il fisco, che con la sua borsetta pretende sempre più quattrini e così le stangate di fine anno pesano sempre di più sulle tasche degli italiani, miserabilmente vuote. Seppure le pubblicità della festività più attesa dell’anno siano partite da un pezzo, ciò che rimane vuota è la borsa  di contribuenti e poveri diventati l’emblema di periodi sempre più cupi. “Non tengo dineiro”,sembra questo lo slogan ricorrente e quanti tra associazioni di volontariato si danno da fare per fare colletta quest’anno rimarranno a bocca asciutta. Certamente non per avidità, indifferenza o avarizia, ma non abbiamo più nulla, neanche lacrime da versare.

Cosa dovremo festeggiare se anche la Chiesa sembra essersi convertita ad altro verbo, con una Papa che predica l’accoglienza, invece di premere il piede sull’acceleratore a favore di chi fa prima ad invecchiare che trovare un lavoro e, ammesso che si trovi, è un lavoro precario e sottopagato.

Si respira un’aria pesante.  Morta è  la speranza ed anche se ci è stato sempre detto che il Natale è povertà, che fine hanno fatto i simboli che lo rappresentano?In alcune scuole sono stati vietati i presepi per non offendere chi appartiene ad altra religione, come se celebrare questa festa fosse una colpa invece che un riscatto.

Possono stilare tutte le statistiche che vogliono; alla fine ciò che viene fuori è un girone infernale, fatto di anime dannate, condannate a vagare in un luogo buio, freddo e senza tempo.

Tutto muore , anche la fede incrollabile viene meno. Siamo solo dei numeri, siamo limoni già spremuti, da passare ancora nel frullatore per toglierci  anche la pelle.

Il Natale si annuncia gramo e ciò che fa più male porterà come regalo la povertà per le masse, il benessere per i ricchi che avranno di che festeggiare sulla neve o ai Caraibi.