Barcellona:prima di viaggiare chiedere il permesso ad Allah

 

Attentato di natura terroristica, ieri 17 agosto in Spagna. Tanti turisti passeggiavano sulla Ramblas a Barcellona, quando un furgoncino ha cominciato a zigzagare provocando la morte di 13 persone e circa 100 feriti. Ad oggi una delle vittime è italiana, un giovane di 34 anni di Legnano che, secondo le testimonianze della sua compagna,  è morto davanti agli occhi dei suoi figli. Una gita che si è trasformata in una vacanza di morte, una notizia che lascia inebetiti e che purtroppo sta diventando normalità. Molte le ricostruzioni e i commenti negli studi televisivi per spiegare l’accaduto e cercare il perché di una delle tante stragi che stanno scuotendo l’Europa da tempo.  Un commento tra i tanti è che Qatar ed Emirati arabi  sono in lotta tra di loro, per cui l’attentato è da ascrivere ad interessi economici tra queste due realtà. Se così fosse saremmo  un teatro di guerra fomentato ed alimentato da gruppi terroristici per destabilizzare l’Occidente. Inoltre, che senso ha che a pagare debbano  essere inermi cittadini, vittime da troppo tempo di una finanza aggressiva?Non dimentichiamo che il Qatar è padrone di mezza Milano, quindi i prossimi attentati saranno da noi? Altro commento è stato quello di un professore che insisteva sui  profili dei terroristi da lui studiati,i quali secondo lui, corrispondono a  giovani che arrivando da noi, vorrebbero avere lussuose macchine, essere ricchi e fare la bella vita, non potendo,si concentrano su altri obiettivi trasformandosi in criminali e ammazzando chi gli capita a tiro. La domanda sorge spontanea: ma tutti i nostri giovani che vivono ai margini hanno un futuro assicurato nell’abbracciare l’ideologia del terrorismo? Si sta dicendo di tutto e di più e l’unica cosa reale sono i morti spiaccicati sul selciato, ammazzati crudelmente mentre passeggiano, presi alle spalle senza il tempo di rendersi conto di quanto succede. Dice Juncker: “i barbari non vinceranno”. Eppure a stare con i piedi a terra, a vincere per il momento sono loro. In questi anni si continua a parlare di Islam, di giovani radicalizzati che vivono da noi da lungo tempo, hanno avuto la cittadinanza e invece di integrarsi ci stanno lentamente conquistando, poiché mantengono vive le loro tradizioni, i loro valori, pretendono moschee  e l’unica cosa che riescono a fare di fronte a simili attentati è far parlare l’Imam senza prendere in massa le distanze da atti sanguinari perpetrati su vittime innocenti. Sta diventando normale assistere a questi eccidi . Ormai sappiamo anche quale sarà il copione: portare fiori sul luogo della strage, accendere lumini, sostare in quei posti, proclamare il lutto cittadino fino a quando tutto sarà archiviato attraverso giustificazioni di varia natura, dibattiti, cercando di non ferire i musulmani che vivono all’orientale e guai ad avere dubbi, perplessità, se ci permettiamo, veniamo bastonati, tacciati come leghisti, senza esserlo, e  razzisti. In pratica, piaccia o non piaccia, per questa gente fanatica e per tutti quelli che vivono silenziosamente parteggiando forse nel loro cuore per la morte dei viziosi occidentali, sarà una passeggiata ripristinare come in Andalusia il nuovo califfato, come un tempo che pensavamo appartenesse solo ai libri di Storia. Abbiamo perso tutto, i nostri valori sono carta straccia e ci preoccupiamo dei diritti degli altri ma non dei nostri. La decadenza occidentale purtroppo ha questa faccia. Fino a quando saremo soggiogati da una tecnologia come quella dei cellulari, che ci ha succhiato il cervello distruggendo i neuroni pensanti, continueremo a vivere di discoteche, pub, viaggi che se tutto va bene non si trasformeranno in epilogo di morte. L’Eurabia è una grande realtà