Beni culturali e turismo:Attenti al lupo

Si chiama MICBAT, ossia Ministero delle attività beni culturali e del turismo e riguarda la nuova galassia dei beni architettonici, presentata come una vera rivoluzione , con nuovi regolamenti e riduzioni in pianta organica. Insomma una vera innovazione  per amministrare al meglio i nostri beni culturali,  farli conoscere ed apprezzare ai turisti che scelgono l’Italia come una delle mete più appetibili da visitare. Turismo e beni culturali, dunque un binomio perfetto per far si che la nostra storia sia conosciuta, promuovendone l’immagine e rendere esclusiva la permanenza di chi sceglie le nostre mete .E’ da tempo che si predica l’integrazione tra i due settori, e che nel testo della Riforma mira a rafforzare la collaborazione tra Regioni ed Enti locali attraverso itinerari culturali e paesaggistici che abbiano valenza turistica. L’Italia è uno dei paesi che vanta il più importante  patrimonio culturale e nella stessa Roma basta scavare per avere traccia di un passato che ci ha reso grandi, ma che adesso rischia di essere appetibile,in senso di appetiti e fame da soddisfare, a chi ha scoperto il vantaggio di venire da noi e comprare a prezzi di svendita magari la stessa Ercolano, per farla decollare turisticamente. Detta così la cosa produce parecchie preoccupazioni. L’Italia è da sempre al centro di grossi scandali e di una mania di costruire ovunque per far cassa, con la scusa di far decollare i territori, prontamente deturpati e sviliti paesaggisticamente. Non vorremmo dunque che in tempi di crisi e per far soldi qualche magnate arabo comprasse aree adiacenti alle nostre bellezze monumentali, per costruire qualche lussuoso resort di vacanze per ricchi, magari con pista di atterraggio per uomini d’affari, che vogliono godersi in solitaria, una bella vacanza. Ma non solo. Scorrendo la legge di riforma, si legge che per sburocratizzare il settore dei Beni Culturali per porre fine ai continui contrasti tra soprintendenze e Regioni si è pensato di trasformare le Soprintendenze in Segretariati regionali del MICBAT, che avranno il compito di coordinare tutti gli uffici periferici di ogni regione. Quindi verrà mantenuta la struttura amministrativa regionale e le soprintendenze archeologiche saranno accorpate con quelle con quelle delle belle arti , trascurando un fatto di non poco conto; che la Storia degli antichi greci non ha nulla a che vedere con quella del ME, e già così si produce un corto circuito culturale di non poco conto. .La vera rivoluzione , sempre secondo Franceschini è costituita dall’ organizzazione del sistema Museale ossia 20 Musei autonomi e 17 poli regionali  che dovranno occuparsi di tutela e valorizzazione dei beni culturali e non dipenderanno più dalle Soprintendenze,  ma avranno una loro autonomia. I direttori dei musei poi, dovranno essere all’altezza di essere dei mini manager capaci di  mettere a gara i servizi aggiuntivi in tutti i musei statali. I Musei autonomi inoltre, saranno dotati di autonomia scientifica finanziaria, contabile ed usufruiranno di un consiglio di amministrazione, comitato scientifico,collegio dei revisori dei conti. Insomma si creano le premesse per mettere su un vero carrozzone sul quale saliranno tecnici e manager di comprovata amicizia con Picone  e spessore politico.Senza parlare che se si potesse contare su qualche fondazione e privatizzare il sistema, finalmente si avrebbero le mani libere per agire in scioltezza, senza che nessuno possa metterci il becco. Una riforma che mira ad ammazzare i beni culturali perché più che sulla cultura nel senso stretto del termine, mira al mercato ed i mercati hanno una sola cultura profitto, affari, speculazione. Non c’è che dire Altro che avanti tutta.