Dio mio come siamo caduti in basso! Mai ci saremmo aspettati che un Papa e per l’esattezza Papa Bergoglio, venisse ripreso da un presidente turco per avere osato dire la verità. Bergoglio ha commesso l’errore di pronunciare la parola “genocidio” in riferimento al popolo Armeno, massacrato durante la prima guerra mondiale dai Turchi Ottomani, il cui centenario cade il 24 aprile, giorno per il quale ad Ankara si preparano le celebrazioni per il trionfo ottomano di Gallipoli ,nello Stretto dei Dardanelli. Una vergogna negare la storia. Una vergogna che il Papa venga ripreso da un detrattore della democrazia , il quale ha la sfacciataggine di dire che la Storia va lasciata stare e definisce Bergoglio prima un politico, poi un religioso con una mentalità diversa. Il Papa ha parlato di genocidio perchè ci fu il genocidio, inammissibile che adesso ci si appelli su una parola che indica sterminio di un milione e mezzo di Armeni perseguitati per la loro appartenenza religiosa. Per far rientrare la questione, dal momento che la Turchia chiede di entrare in Europa, si cercano soluzioni aggirando la parola genocidio per non dispiacere ad un futuro “partner” di un’Europa che ha in mente solo l’unificazione dei mercati e l’unione della moneta. Quando ci sono in ballo interessi tutto diventa lecito e se Bergoglio osa chiamare le cose per nome va bacchettato, senza che questo provochi indignazione, ma solo una tiepida presa di posizione pilatesca da parte di chi ci governa. E già, perchè la Storia va riscritta o deve essere dimenticata ed i massacri ed i genocidi giustificati e letti secondo il tributo di sangue messo in conto in conflitti mondiali. Ci si arrampica sugli specchi e ci si appella al contesto, come se in quel contesto di guerra e sopraffazione tutto fosse stato lecito. Bergoglio non fa guerre ideologiche, non è un condottiero che deve conquistare stati in nome di mercati e la sua voce autorevole non può essere messa alla berlina da chi persegue altri tipi di interesse che, anti democraticamente, mettono in ginocchio gli ultimi, i diseredati, chi vive ai margini. Il Papa predica il Vangelo e la sua azione missionaria va sostenuta da un Occidente che ha smarrito la sua identità, svenduto la propria fede in nome di interessi altri che non tengono in nessun conto l’uomo. Siamo veramente in presenza di una follia collettiva che conduce consequenzialmente verso la strada del pensiero unico e dell’ideologia dello scarto, dimenticando i poveri il loro grido di dolore e la sofferenza di tanti uomini e donne che rischiano ogni giorno di rimanere vittime della guerra giocata a causa dei mercati. Il capo della Cristianità viene ripreso da chi arrogantemente vuole far valere le proprie ragioni e richiama il proprio rappresentante dalla la Santa Sede. Inoltre Erdogan ha la presunzione di affermare che gli archivi storici saranno aperti e sarà nominata una commissione congiunta di studiosi per ristabilire una verità dove i numeri parlano chiaro. Certamente un milione e mezzo di Cristiani trucidati, non sono un’invenzione e negare o manipolare la verità non è una cosa fattibile.
Erdogan che condanna il Papa e giudicandolo come un dirigente politico religioso, dimentica che Bergoglio è l’espressione massima della cristianità e parlare di delirio alludendo al Papa è alquanto offensivo, ha il sapore di un contesto dove la libertà d’espressione non è plausibile e chi lo fa viene imbavagliato. . . Potenti della terra che pensano di avere nelle proprie mani la facoltà di decidere ciò che è ingiusto o giusto dentro e fuori i propri confini. Paradossale è che l’anatema venga lanciato contro il Pastore delle genti che si sta battendo da tempo contro le ingiustizie e la dittatura del pensiero unico e la cultura dello scarto. Poco consona la critica verso Bergoglio del Gran Mufti Mehmet Gormez, presidente del dipartimento Affari Religiosi . E’ la dimostrazione lampante che il dialogo religioso tanto caro al papa è solo una trovata utile da adottare ora che in ballo ci sono interessi d’altro tipo. Erdogan intima al Papa di non pronunciare la parola genocidio e le sue parole suonano come una minaccia , incomprensibili per tanti cristiani perseguitati nel mondo e che pagano con la propria vita il fatto di dichiarare il proprio credo.
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