Centro storico crotonese isola di illegalità

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I  cittadini residenti nel Centro storico di Crotone, già sottoscrittori di un formale esposto  per disturbo della pubblica quiete, presunto inquinamento acustico e deterioramento dell’ambiente, presentato alle Autorità competenti, in data 12 febbraio 2016,  aspettano  che si facciano valere i loro  diritti costantemente violati

A distanza di circa tre mesi dall’esposto , avverso i gestori di un  locale  nel centro storico di Crotone, si segnala  l’assoluta mancanza di riscontro e tantomeno l’adozione delle adeguate misure atte a porre fine al gravissimo disagio arrecato dalle emissioni di musica; schiamazzi nonché dall’insudiciamento dei luoghi provenienti e cagionati dalle attività poste in essere dal menzionato locale a partire dalle ore 23 sino alle ore quattro del mattino. E’ risultato essere puntualmente vano ogni tentativo di noi sottoscrittori dell’esposto in specie, e della presente missiva, di far cessare la situazione di disagio sopra descritta chiedendo l’intervento della Forza Pubblica. Per quanto ciò accada ogni qualvolta ve ne sia necessità, non prima che sia oltrepassata abbondantemente la soglia delle mezzanotte e dando per scontato il pronto intervento  delle autorità interpellate, nulla sembra sortire gli effetti sperati. Addirittura l’appello rivolto agli organi di stampa, pubblicato nelle scorse settimane, nel quale si faceva riferimento all’esposto del 12 febbraio u.s, sembra aver sortito l’effetto contrario, poiché l’escalation di violazione dei diritti civili, del decoro e della pubblica decenza  sembra aver tratto nuova linfa dal mancato intervento delle autorità chiamate in causa e interpellate nel menzionato esposto, ovvero: il Sindaco, la Polizia municipale e la Procura della Repubblica di Crotone. Giova specificare  che la zona interessata dalle attività di altri locali affini,  nonché degli altri che si accingono ad aprire i battenti, per la medesima pratica consistente nella somministrazione di alimenti e bevande , insistono in una zona, meglio conosciuta come “Centro storico”, popolata altresì da cittadini anziani, portatori di gravi handicap, minori e lavoratori sottoposti all’obbligo per il rispetto degli orari di lavoro convenzionali. Nessuna delle sopraelencate categorie di cittadini risulta essere pertanto tutelata di fronte alla legge, agli  essenziali diritti civili che la Costituzione italiana, senza distinzione alcuna, garantisce a tutti coloro che godono del privilegio di appartenenza alla nostra Nazione. La vessazione ha dunque raggiunto e oltrepassato ogni limite dell’umana sopportazione. Perché insopportabile è l’idea che mentre al mattino le scolaresche tentano di abbellire il centro storico di Crotone con decorazioni floreali, la notte e le prime luci dell’alba siano il momento propizio per riversare dentro vasi, fioriere e portoni i devastanti e nocivi effetti dell’alcool e, presumibilmente, di altre sostanze tossiche per la salute. I mezzi di locomozione utilizzati dagli avventori dal locale di cui all’esposto  e di quelli adiacenti, vengono parcheggiati su marciapiedi, incroci, curve e mezzerie al punto da rendere impossibile l’eventuale e scongiurabile intervento di mezzi di soccorso, stante l’impercorribilità di strade e vie d’accesso alla zona  interessata,  ossia l’intero centro storico, il viale Regina Margherita a partire dalla rotonda di via Pignataro sino all’incrocio con via Verdogne, nonché tutto il tratto stradale di via Miscello da Ripe, zona peraltro asservita alle esigenze di servizio derivanti dai traffici ivi posti in essere in relazione alle attività portuali e di frontiera. A tutto quanto sin qui narrato, si aggiunga che alle ore 1,30 tra il giorno 23 e 24 aprile, gli esercenti di uno degli esercizi commerciali   nel centro storico di Crotone, hanno posto in essere una attività di fuochi pirotecnici che si configura come autentica attività di “fochino” laddove l’art. 57 del TULPS prevede che “Senza licenza dell’autorità di pubblica sicurezza non possono spararsi arma da fuoco ne lanciarsi razzi, accendersi giochi d’artificio, innalzarsi aerostati con fiamme o in genere farsi esplosioni o accensioni pericolose in un luogo abitato o nelle sue adiacenze o lungo una via pubblica o in direzione di essa.” Qualora tutto ciò non bastasse, i cittadini   dell’esposto alle Autorità competenti inoltrato in data 12 febbraio 2016, la mattina del 24 aprile u.s, si sono  trovati a dover fare fronte alla rimozione di bottiglie in vetro, lattine, e contenitori di plastica dalle pubbliche vie, nonché a dover lavare muri, davanzali, portoni e vasi intrisi di escrementi corporali di ogni genere, depositati dai frequentatori di una movida notturna che ha oramai assunto dimensioni di una vera e propria orda barbarica, intollerabile per una terra di nessuno, ma assolutamente fuori legge per una comunità civile il  cui coesistere è regolato da norme e codici promulgati dallo Stato.

Alla luce di quanto detto ci si chiede se la legalità alberga ancora in questo paese e se i diritti dei cittadini debbano essere sacrificati sull’altare dei soldi che arricchiscono i gestori ma tolgono sonno e pace a chi da sempre ci abita.