Crotone, il Paese dei morti viventi.

 

 

 

images crotoneChe strano Paese è Crotone.Più ci vivi, più ti accorgi che è una nota stonata nel panorama musicale. Non c’è possibilità di riscatto; te ne rendi conto quando più ci si  affanna a spiegare le cose, più è come  pulire le orecchie ad un asino con un cotton fiock. Qui, dove vecchi arnesi della politica e politicanti di mestiere determinano le altrui fortune, si vive arraffando, ci si inventa strategie culturali o sportive perchè, seguendo i giusti canali, ci sono soldi da ottenere e quando i piccioli li hai in mano diventa tutto più facile, grazie alle  cordate dei maneggioni che  rinserrano le fila e, dopo aver pregustato il lauto banchetto, a rimetterci è la città. La città che pur avendo paladini per difenderla, hanno solo  contribuito a spolparla viva, lasciandola ancora più misera e con un futuro ipotecato. Crotone è la città che, nonostante giornali locali e Tv, non determina nessun tipo di opinione e così la gente continua a votare, non per cambiare, ma per puntare su chi, avendo le mani in pasta negli affari, può garantire favori o piaceri personali  pur di salvarsi il deretano.Strano che nell’era della solidarietà non si è solidali gli uni con gli altri e si rimane inermi, perchè da soli qualcosa si ottiene, mentre a lottare per un giusto ideale  si rimane al palo. Altro che diritti, legalità, trasparenza! Ne possiamo parlare finchè volete, ma alla fine la legalità non paga e chi è riuscito a legarsi al carro giusto oggi continua a fare ciò che in passato hanno fatto i propri avi. No, non c’è riscatto, nè con questi presupposti ci potrà mai essere. Anni trascorsi ad affannarsi per avere una strada, o una ferrovia divenuta ricovero degli extracomunitari e di vagoni vecchi dove ci si rifugia guardando il cielo e sperando e  aspettando Godot. Intanto il tempo inesorabilmente passa e, tra appuntamenti mancati occasioni perse, per come vanno oggi le cose  si può soltanto sperare in un miracolo, difficile da ottenere perchè il Padreterno è impegnato altrove. Strade interne fatiscienti, nessuna autostrada se non una statale conosciuta come strada della morte, percorribile più a dosso d’asino, stazione trasformata in rifugio per disperati, aeroporto che tra alterne vicende attende un decollo forse virtuale più che reale.Con questi presupposti dove si vuole andare? Intanto ci si sveglia un giorno e ci si accorge che Capocolonna rischia di rimanere sepolta a causa dell’ignoranza di una pseudo classe dirigente che non ha mai capito fino in fondo il valore di quel patrimonio, anzi al contempo cosa succede?  Che sempre in quella zona un pezzo di costa che ricade nell’area marina protetta viene assegnata a privati per costruire una mini Valtur e, nonostante denunce, le sentenze danno ragione a quel privato in virtù del fatto che nel lontano 2008 la soprintendenza abbia dato parere favorevole all’iniziativa. Il tutto giustificato da posti di lavoro e ricadute occupazionali che ci saranno senz’altro per i nuovi schiavi d’importazione. Crotone, la città morta, perduta, affamata da loschi figuri che tengono il banco e vincono sempre continuerà a rimanere nel limbo prima di scivolare inesorabilmente all’inferno, se sulla scena a contare sono gli affari d’ogni tipo, per spolparsi l’ultimo residuo di carne rimasto attaccato all’osso.

2 Risposte a “Crotone, il Paese dei morti viventi.”

  1. Purtroppo, specifico purtroppo, sono d’accordo su tutto! D’altronde, se mai si ripartirà, si ripartirà da questa presa di coscienza…
    In caso contrario, la condanna è già effettiva e sta facendo il suo corso.

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