Crotone, il Paese delle Baccanti

 

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Crotone? Un paese in mano alle Baccanti. La  follia si è insinuata e dilaga sostituendosi al buon senso. In un’estate sottotono fino a luglio, con poca gente in giro, i primi giorni di agosto fino al 15 e al 16 hanno fatto registrare ovunque strade affollate, supermercati presi d’assalto, un lungomare con tavolini e sedie ovunque ed a distanza di pochi metri, musica, musica a tutta birra, note su note, simile alla canzone onda su onda. Che ci sia la necessità a Crotone di puntare sul turismo cercando di accalappiare quanti più avventori possibili lo si capisce, ma non lo si giustifica. E’ come se la città fosse in preda all’assoluta anarchia. Quanto si verifica sul lungomare è diventata la norma ovunque. Basta che ci sia uno spazio o un magazzino ed ecco nascere come i funghi, pub- ristoranti  con tavolini e sedie anche sulla strada che a volte pregiudicano la buona circolazione dei veicoli  in zone alle spalle del lungomare. Stando così le cose ci si chiede se non sarebbe il caso di trasformare le vie del centro cittadino in zone da adibire alla ristorazione per far ripartire l’economia asfittica di una città che ha perso se stessa e cerca di arrampicarsi sugli specchi. Ma esiste una tabella dei costi  per quanto riguarda il pagamento del suolo pubblico? Esistono apposite aree a pagamento per i camper che stazionano ovunque in città, compreso Punta Scifo, dove chi arriva si porta tutto dal paese di provenienza e a noi lascia la monnezza? Eppure sembrava che, con l’avvento della nuova amministrazione, con tutti i divieti messi in campo dal nuovo Sindaco, la situazione sarebbe stata più fluida e la città più vivibile. Evidentemente si è solo trattato di un sogno in una notte di mezza estate, perché a vederla la realtà è di tutt’altro genere e da incubo. Forse il Primo Cittadino dovrebbe camminare di più. Se lo facesse si accorgerebbe di ristoranti che non hanno nemmeno l’ombra di una canna fumaria e riversano fumi in libertà, ammorbando l’aria. Eppure l’ambiente è diventato importante anche per un Governo tirchio come quello di Renzi, se il suo ministro arriva sin quaggiù per parlare di finanziamenti approvati per la Calabria che prevedono una serie di misure per tutelare l’ambiente. In questa continua anarchia in cui viviamo per il momento manca la giusta armonizzazione tra bisogni dei cittadini ed esercenti che in nome di una birra da vendere fanno come l’indiano che brucia la foresta per mangiarsi la lucertola.