Crotone: la città che da nana vuole fare passi da gigante

“Città giganti, città nane”. Qualcuno sostiene che Crotone appartenga a questa seconda categoria, destinata ben presto ad essere affossata definitivamente per via di problemi acuiti nel tempo, difficili da risolvere fino a quando rimarrà nelle mani di grandi vecchi.

Fa sorridere amaramente accorgersi che le mummie ritornate in auge dopo essersi rispolverate dal sarcofago, si prendono il lusso di ergersi a maestri di vita,  propinandoci metodologie appartenenti al periodo demitiano, quando la vecchia balena bianca aveva in mano i destini del Paese. Quel periodo archiviato, ma non del tutto dimenticato, continua a rivivere in un avamposto come Crotone, la città dei morti viventi, così sciatta, anarchica, priva di regole, dove chi si alza per prima al mattino comanda.

Fa sorridere sentire grandi vecchi che tirano i fili dei burattini esprimersi con un linguaggio desueto, demodè, riconoscibile nelle frasi che appartengono all’era preistorica e che pur tuttavia si sentono  così in auge da bacchettare chiunque si metta sulla loro strada

E dire che di storie ne abbiamo viste tante, così come abbiamo vissuto l’impossibile,tant’è che quando si usa la frase ad effetto “sburocratizzare il palazzo comunale per rinnovo personale”, ci vengono in mente dei dejà vu.

Chi arriva a possedere la diligenza è chiaro che l’organizza mettendoci i propri uomini, così come in questo momento sta avvenendo nel palazzo comunale, in Piazza della Resistenza, dove si resiste contro i cattivoni, le malelingue che non lasciano lavorare il pianista, gli invidiosi, tali perché, invece di stendere tappeti di petali di rosa al vincitore, vogliono far cadere menti fini senza dargli il tempo di  prendersi quel che trovano e guai a dissentire

D’altronde chi ha sempre amministrato e gestito il potere non solo continua ad adoperarsi per lasciare il testimone alla propria discendenza ma, se è scaltro, si serve dei burattini per mettere in campo ogni strategia finalizzata al raggiungimento dell’obiettivo.

Fa sorridere leggere che si parli ancora di filiera. Nel tempo delle App e delle intelligenze artificiali, mettere in campo chi ha fallito per gestire la filiera fa scompisciare dalle risate, tanto da far pensare di essere su Scherzi a Parte.

Per concludere, basterebbe fare un giro in questa città per accorgersi di quanto sia sporca, dei nugoli di mosche che ci sono per mancanza di disinfestazione e dell’anarchia che regna con zone di pregio storico, storpiate da palafitte che degradano la bellezza dei luoghi.

Se questa è una città che dal nanismo sta per passare al gigantismo ci si chiede quanti mille secoli passeranno ancora prima di vedere per terra i passi da gigante.