Diritti degli Italiani ignorati da frati,preti e Papi

C’è un lungo articolo sul “Fatto Quotidiano” in merito agli sgomberi avvenuti ieri a Roma. Forze di polizia hanno dovuto tenere a bada i profughi che, dopo essere stati cacciati da un immobile occupato abusivamente, si erano sistemati nei giardinetti in prossimità della stazione. All’indomani dei fatti, il Vaticano ha annunciato che accoglierà i profughi sfrattati per far sì che ci sia integrazione tra loro e le comunità ospitanti. Si paventa di affrontare il problema promuovendo la globalizzazione della solidarietà che dovrebbe essere adottata e diventare organigramma di governo, considerata la situazione in cui l’Italia versa. Tra i profughi sfrattati quanti Italiani c’erano, dal momento che viviamo non in una società di diritti ma di schiavitù legalizzata? I disordini, il non capirsi partono da considerazioni semplici di facile applicazione, se si vuole costruire un mondo a misura d’uomo e non di bestie o di esseri umani trattati come un numero, o rape da spremere. Da quando siamo in Europa, invece di lavorare sui diritti delle persone, ci siamo svegliati un giorno più poveri, disoccupati, sfruttati, schiavizzati senza possibilità di riscatto. Forse è tempo che il Vaticano,  sceso a gamba tesa in simili problematiche, faccia di più per tutti, costruendo la città celeste appannaggio degli uomini e non dei porporati. Ciò che stride nei ragionamenti del Papa è questo continuare a dire “profughi” ignorando le difficoltà di famiglie ridotte al lumicino, di uomini e donne che pur lavorando sono sempre più poveri per via di tasse inique, impossibilità ad accedere ai servizi primari, trattati come schiavi e ricattati per fare lavori precari che non permettono nemmeno la maturazione della pensione, se non assegni di povertà. E così dopo aver sgobbato pesantemente per una vita ci si ritrova con un pugno di mosche in mano, poveri da giovani, ancora più poveri da vecchi, con una salute che vacilla ed impossibilità ad accedere al servizio sanitario nazionale . Medici e cure spettano solo ai benestanti mentre l’umanità dolente deve arrangiarsi come meglio può. Impossibile che il Papa e la Chiesa non conoscano simili problematiche ormai all’ordine del giorno. Produce inquietudine sentirsi trattati peggio di quei migranti che arrivando da noi possono usufruire di vantaggi a noi negati. Le politiche europee tramite gli Sprar prevedono soldi solo per loro, e così, tra cooperative e gente speculativa, si costruiscono le fortune di chi dal niente riesce ad avere una vita più dignitosa rispetto a noi che non ci sentiamo più né italiani, né europei ma stranieri in un occidente dove prevale la cultura dei minareti e delle moschee. Continuare a fare i paladini degli immigrati non ha senso fino a quando non si trova la quadra per dare dignità a tutti, altrimenti c’è il rischio di una ribellione che cova profonda sotto la cenere e che se prendesse fuoco sarebbe peggio dei roghi di questa estate che stanno bruciando il territorio. Non si possono adottare due pesi e due misure. L’Italia ha ferite profonde. I terremoti, i cataclismi sono eventi naturali che stanno distruggendo un territorio fragile, abusato dai padroni del cemento e degli affari. Parlare di diritti non vuol dire avere i paraocchi davanti. Non è più tempo di utilizzare il falso buonismo per scopi elettorali o ritorno personale. Si deve essere globali nell’attuare politiche di distribuzione della ricchezza e non credo che ciò stia avvenendo. Il Vaticano si faccia carico di loro e delle famiglie degli sfrattati che hanno perso tutto e dormono sotto i ponti ignorati da frati, preti e papi.