La Buona Scuola

 

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L’autunno caldo è iniziato rendendo incandescenti i temi della protesta studentesca. In tutta Italia i ragazzi sono scesi in corteo per protestare contro i frutti avvelenati della buona scuola. Altrove si iniziano le danze di ragazzi coesi, che insieme dicono basta al padronato di un Governo che sta privatizzando anche l’istruzione. E a Crotone? Singolare quanto è avvenuto giorni addietro. I ragazzi dell’ Armando Lucifero, che avrebbero dovuto ospitare gli studenti del Gravina per inagibilità dell’Istituto, si sono rivoltati  contro i loro coetanei e hanno cominciato a manifestare la contrarietà a mettere a disposizione i laboratori da trasformare in aule con banchi e cattedra. Inverosimile la divisione e la mancanza di dialogo tra ragazzi che vivono gli stessi disagi e, invece di prendersela con le istituzioni, vomitano la loro rabbia a ragazze capitate nel bel mezzo della tempesta. Siamo a Crotone, il paese con un alto tasso d’immigrazione dove veniamo sollecitati tutti i giorni a esser solidali con chi viene dal mare a mettere in pratica un’accoglienza, negata però a chi ha aule fatiscenti e rischia di non poter fare lezione. Una situazione ai limiti dell’umana follia, giovani che difendono il proprio territorio e che, se si sentono minacciati, reagiscono contro i propri coetanei. La città èvidentemente sta vivendo un momento veramente triste della sua storia e non riesce nemmeno a capire dove sta andando. Intanto non sentiamo parlare d’altro che  di  mercati, Pil, finanza divenuti i protagonisti delle nostre vite , pericolo strisciante che sta facendo implodere realtà  prive di valori, che hanno smorzato come il faro la propria luce condannando i naviganti a non poter approdare in un porto sicuro per scampare alla tempesta

Ragazzi sempre più divisi, incapaci di sapersi prendere un futuro che rischia di scomparire. Ragazzi che si riconoscono e parlano in  gruppi  su whatsapp e perdono la capacità di sapersi ascoltare e discernere il bene dal male. E come se non bastasse la Buona Scuola cosa fa? Crea la scuola azienda; ci vuole capaci di dialogare con il PC, bravi nella tecnologia ma con scarse attitudini ad affrontare la vita reale, quella fatta ancora di esseri umani e non popolata da intelligenze artificiali