La morte corre sulla neve

 

 

1485195776537_1485195988-jpg-cuccioliRigopiano. La morte corre sulla neve bianca, soffice ,stesa come un mantello sulle pendici della montagna. Incoronava  un Hotel a quattro stelle, che ospitava mercoledì 18 gennaio,  giovani coppie, bambini e nuclei famigliari che avevano scelto di rilassarsi sul Gran Sasso. Niente di più suggestivo e di più bello che rifugiarsi in un piccolo Paradiso per staccare la spina e godere del paesaggio invernale. Nessuno avrebbe mai creduto che quell’Hotel potesse trasformarsi in un posto dove la morte era in agguato, per ghermire quante più vite possibili. Il maltempo era stato largamente previsto, come le nevicate, abbondanti ed eccezionali. Chi ha scelto di rifugiarsi per pochi giorni a Rigopiano non aveva messo in conto che quella tempesta non sarebbe stata gestibile. Niente spazzaneve, strade cancellate nessun mezzo spalaneve , nessun spargisale. E come se non bastasse le scosse del terremoto che avevano messo in campana gli ospiti, tanto che tutti avevano preparato i bagagli per andar via, se solo ci fosse stato un mezzo capace di spazzare la strada di  montagna dalla neve. Ed è proprio in quel lasso di tempo in cui si aspettano i mezzi, che la montagna si scrolla dalle pendici la neve per una scossa di terremoto, neve che si riversa senza pietà su quell’hotel portandosi dietro un bel numero di vite umane. Crolla tutto, in un secondo la struttura  sparisce e insieme ad esso tutti coloro che c’erano dentro. L’allarme viene lanciato tempestivamente da due uomini che si trovavano all’esterno. Uno di essi Parete era andato a prendere in macchina un cachet per la moglie che aveva mal di testa e che non fa in tempo nemmeno a girare la testa per accorgersi che la slavina ha ingoiato come una bestia affamata  la moglie e i due bambini. Viene lanciato l’allarme, ma i soccorsi partono in ritardo perché all’inizio non viene dato credito a chi costantemente chiamava perché si intervenisse il prima possibile. Dopo una settimana il bilancio è pesantissimo 29 i morti 11 quelli che si sono salvati, tra cui i bambini miracolosamente scampati e ritrovati vivi. Stavano nella stanza del biliardo quando la slavina si è abbattuta su quell’Hotel e difronte a loro un presepe rimasto intatto sotto le macerie. E’ come se quella montagna custodisse un segreto, come se uno spiritello buono aleggiasse lì intorno da proteggere fino alla fine i cuccioli d’uomo e di animale. Tre piccoli cuccioli  estratti vivi dalle macerie, pastori abruzzesi figli di Nuvola e Lupo che al momento della slavina erano corsi a valle per salvarsi. Sembra l’incipit di una storia da raccontare per non dimenticare quanto successo a Rigopiano. La Natura si è ripresa il suo spazio, quello che gli era stato tolto con la costruzione di quella struttura e della piscina costruita in un secondo momento. Pur tuttavia prendendosi le vite di tanti giovani ha risparmiato quella dei piccoli, come se in tutta questa immane tragedia la loro salvezza fosse una specie di catarsi. Intanto per non dimenticare sarebbe il caso di lasciare, come segno inequivocabile di quanto successo, quel presepe ai piedi della montagna, il presepe delle nevi perché nessuno dimentichi la tragedia. Vite spezzate in un secondo, voci e grida di paura avranno accompagnato quei terribili momenti, e per questo sarebbe il caso di lasciare vivo il ricordo perché simili tragedie non abbiano più a ripetersi e soprattutto perché una vacanza non può trasformarsi in una catastrofe che genera morte e distruzione. E’ una coltellata al cuore quanto è capitato. Nessuna lacrima del mondo può lenire il dolore di chi ha perso i propri figli  e di figli che hanno perso i propri genitori. Convivere con questo lutto sarà davvero difficile.