L’area industriale crotonese diventa appetibile per gli SPRAR

fotocenser C.S.I. Crotone

La Calabria alla fine saprà su cosa investire. Si sta discutendo da tempo se riconvertire l’area industriale del Papaniciaro, a pochi km di Crotone, in centro d’accoglienza per immigrati. Una preoccupazione per quanti in quell’area vedevano la possibilità di una rinascita dell’economia crotonese, messa a dura prova per la crisi e problemi d’ordine strutturale mai risolti. Alla fine i maghi della politica e dell’economia si saranno detti che, invece di puntare su collegamenti stradali e ferroviari, conviene puntare sugli SPRAR e sulla fabbrica della solidarietà che da tempo, grazie agli immigrati, produce utili e lavoro. A nulla sono valse le richieste di chiarimenti da parte degli aderenti al comitato della località papaniciaro che hanno visto sciolta la riserva da parte della dirigente del consorzio industriale Alessandra Vaccaro, la quale ha dichiarato che non c’è nessun motivo che vieti il cambio della destinazione d’uso di un immobile di proprietà di Chemitalia in centro d’accoglienza, anche perché, come ha ribadito il direttore dell’Ente, è lo stesso Ministero  degli Interni ad investire quattrini per l’accoglienza. Stando così le cose ci sarà il cambio della destinazione d’uso per quanto riguarda l’immobile da produttivo a servizio che verrà adibito all’accoglienza dei profughi e degli immigrati. Ma non è tutto, poiché il direttore del consorzio sottolinea che Chemitalia aveva già concesso l’immobile in comodato d’uso per il Progetto uguaglianza, quindi la foresteria si farà. E comunque la Struttura d’accoglienza ufficiosamente insiste su quell’area da due anni circa, dal momento che da due anni circa la Prociv utilizza l’immobile di un altro privato per fare attività d’accoglienza senza nessuna autorizzazione in merito. In pratica pare esista un patto di mutua assistenza tra chi dovrebbe effettuare controlli e chi fa orecchio da mercante, nonostante ci siano state segnalazioni al Prefetto per intervenire su una questione che sta generando malumore da parte di quei pochissimi imprenditori che vorrebbero diversificarsi dal trasformare i loro immobili in centri per i profughi. Inoltre non è nemmeno peregrina l’idea che lo stesso Ministero potrebbe tirare fuori dal cilindro decreti che favoriscano gli SPRAR, ossia soldi per creare quanti più alloggi possibili, soprattutto in vista di sbarchi che con la bella stagione incoraggeranno ancora di più i profughi a tentare la traversata del Mediterraneo. Insomma quando la situazione diventa da brivido si cerca di dare risposte investendo su una massa di disperati per il momento parcheggiati in strutture reperite in ogni angolo, il resto si vedrà.