Mafie: l’illegalità è il terreno su cui si radicano

Non c’è giorno che passi senza che, sui giornali o nei notiziari,  non si leggano notizie di arresti o reti sgominate, legate alla mafia. Anche oggi si apprende che il clan dei Piromalli aveva le mani in pasta su depurazione e termovalorizzazione. Attraverso una gestione di imprese ben congegnate si arrivava a trasformare gli scarti industriali in fertilizzanti. Se si avesse contezza che l’ambiente è un santuario da non profanare, ci si asterrebbe dal mettere in piedi queste holding del crimine, ma invece avvelenare per soldi anche l’ambiente diventa un business, con fatturati a doppi o tripli zeri. Le mafie ultimamente si sono trasformate in multinazionali del malaffare. Hanno fatto rete tra di loro, allargando i loro giri d’interesse anche fuori i confini europei, entrando nelle istituzioni ,amministrando territori con protervia in cambio di qualche posto di lavoro che la gente insistentemente chiede. Sono sempre più appoggiate non da picciotti, ma da figure specializzate che si avvalgono di leggi o che garantiscano la sicurezza dei loro affari. La mafia sta diventando una nuova forma di garanzia per quanti decidono  di asservirsi e, imprenditori strozzati dai debiti, piccole imprese sono sempre più consenzienti. Nessuno osa denunciare. A che pro se tutto finisce in una bolla di sapone e si resta esposti alle loro vendette? Si procede, si va avanti e diventa sempre più complicato districarsi da questa tela di ragno tessuta sulle nostre teste. La linfa mafiosa si nutre dei rapporti istituzionali. Prendete un territorio come Crotone, sempre più sulla via del declino. La società civile è assente, latita o cerca di risolvere diversamente i propri problemi. Se la legalità viene continuamente umiliata e ignorata è ovvio che ci si astenga! Quante sono le persone che segnalano abusi, che si sentono vittime di arroganze compiute da esercenti di attività ristorative, dove il potente riesce sempre ad avere la meglio su tutto? Ultimamente si vociferava che a Crotone ci fosse sempre più gente proveniente dal circondario che comprava locali per impiantare un’attività e questa gente mica te lo manda a dire, fa come gli pare, tanto i controlli non partono e se anche dovessero partire si fa finta di intervenire lasciando che tutto rimanga come sempre. Trovo aleatorio questo discorso di parlare di mafia o gli appelli fatti ad una società civile silenziata e resa più inefficace nel suo ruolo di denuncia. C’è connivenza tra modalità e atteggiamenti ai limiti del vivere civile. Ci vorrebbero segnali forti che non arrivano al cittadino, il quale a quel punto desiste e si rassegna. La mafia si estirpa a cominciare dal basso, ascoltando i bisogni della gente invece di limitarsi ad appelli e puntare il dito contro chi cerca di farsi sentire, ma è ignorato. Abusi edilizi, suolo concesso allegramente a quanti ne fanno richiesta e pagato meno di quanto dovrebbe, perché si fa prima a prendersi di soppiatto e gratis quanto non viene pagato. Si parla al vento, si continuano a mostrare operazioni di arresti, si sgominano bande, si squarcia il velo delle connivenze ma sotto sotto tutto rimane maledettamente com’è. Niente è come appare e nessun primario se la sente di affondare il bisturi per espellere il male.