Malasanità:se curi il corpo e calpesti la dignità del paziente, si è sbagliato mestiere.

Sovente ci ritroviamo a fare i conti con fatti di malasanità materiale, che ci lasciano basiti e indifesi dinnanzi ad errori grossolani, tante volte neanche voluti e figli della mera imperizia professionale dello sprovveduto operatore sanitario.
Ciò che ha avuto luogo nella giornata odierna, presso il nosocomio San Giovanni di Dio di Crotone, ha addirittura del grottesco.
Un paziente gravemente ammalato, ricoverato presso il reparto di medicina interna, si è ritrovato di punto in bianco nel corso della mattinata a fare i conti con le aggressioni verbali e gli insulti del personale medico in servizio, in particolare si è distinta una smaliziata dottoressa, dilungatasi ripetutamente nei suoi improperi ai danni del povero ammalato e dei familiari al seguito, rei a suo dire di aver contravvenuto al regolamento ospedaliero introducendo un televisore, col chiaro intento di distogliere la mente in quei pochi momenti di tregua che una malattia oncologica delle più aggressive concede.
La nostra ineffabile giustiziera si è fatta beffe dei ripetuti riferimento al regolamento, vanamente invocato da paziente e familiari al seguito, il quale nulla dice circa la introduzione abusiva di televisori et similia. Non essendo possibile neanche una interpretazione estensiva, la stessa invocava la palesità dell’enunciato, indicando come superflua una puntualizzazione di tale fatta. Si invitava altresì i familiari presenti a disfarsi del pericoloso elettrodomestico, indicato come potenziale portatore di pericolo per tutto il nosocomio (SIC!), senza tenere conto della impossibilità materiale che affliggeva gli stessi, residenti in un lontano comune della provincia e non provvisti nell’immediato degli oppurtuni mezzi di trasporto, che rassicuravano sarebbero arrivati di lì a breve. Non curante delle circostanze di fatto, la nostra ineffabile giustiziera si diffondeva nel lancio di ultimatum: entro un’ora quel televisore sarebbe dovuto sparire, altrimenti ne sarebbero derivate gravissime conseguenze. Si è paventato il sequestro dell’oggetto della discordia da parte del direttore sanitario, ma allo stato della conoscenza giuridica non sappiamo bene a che titolo. L’ultimatum tuttavia risultava tanto perentorio, quanto sciagurato, non tenendo conto alcuno che l’orario di visita sarebbe iniziato alle ore 12, molto oltre i sessanta minuti concessi e prima di tale momento i familiari non avrebbero avuto la materiale possibilità di sgomberare il pericoloso e micidiale elettrodomestico.
Tale ingiustificata aggressione ha sconvolto nel profondo il già martoriato degente, reduce da 11 mesi di lotta contro la feroce lesione tumorale. Questo lo ha indotto ad abbandonare il nosocomio senza indugio alcune, lasciando in sospeso il promettente percorso terapeutico intrapreso. Il nocumento che ne verrà sul piano della salute è facilmente prevedibile, quel che ne discende sul piano umano ha orbene del lapalissiano, come vorrebbe anche la nostra sciagurata protagonista.
A colpi di inciviltà si distrugge il creato intero.”

Tommaso Passarelli