Forza di volontà. Positività. Buoni propositi. Ergersi davanti le difficoltà. Sono tutti concetti pronunciati all’infinito, ricercati da tutti per ottenere un po’ di pace interiore. Ma come fare? Come riuscire a superare le tante problematiche che ogni giorno rischiano di farci sprofondare sempre più in un circolo vizioso di tristezza, negatività e apatia? Non è facile, niente affatto; alcuni riescono a rialzarsi, canalizzando i concetti sopraelencati in un proprio mantra personale, altri purtroppo non possiedono una forza di volontà tale da superare situazioni più ostiche.
La tranquillità, quella interiore, è un qualcosa che sempre più sembra uscir fuori dalla nostra portata, trasformandosi in una vera e propria utopia. Tanti fattori concorrono nel favorire questo processo di maturazione della “non felicità”, perché quando è proprio la tranquillità a mancare, allora manca tutto. Per la maggior parte delle persone una situazione economica poco stabile data da un lavoro precario, o addirittura dalla mancanza del lavoro stesso, incide in maniera distruttiva sullo stato d’animo, permettendo a nervosismo e negatività di prendere il sopravvento. Si dice che i soldi non diano la felicità, e magari è vero, però indubbiamente avere una, seppur piccola, stabilità economica alle spalle permette di vivere con meno peso sull’anima e con la possibilità di addormentarsi relativamente in tranquillità la notte. È inutile negarlo, i soldi muovono il mondo, l’equilibrio globale è nelle grandi mani del “Dio denaro”, il cui potere non solo gli permette di controllare la sfera materiale dell’uomo, ma gli concede anche il lusso di intasare quella più intima e personale.
Da sempre l’uomo ha permesso la crescita del potere di questa antica forza che, nel corso dei secoli, è stata la causa scatenante di tante guerre fratricide. Tutto gira intorno ai soldi, e l’animo umano sembra esserne irrimediabilmente legato. Ma non è solo per questioni economiche che la tranquillità interiore può essere sbilanciata; un amore non corrisposto (dove i soldi si rivelano inutili), insuccessi nello studio (scolastico o universitario), una situazione familiare non semplice, insomma, tante possono essere le cause che fanno pendere l’ago della bilancia verso la direzione sbagliata.
Alcuni cercano e trovano conforto nella fede in Dio, altri fanno appello a tutte le proprie risorse personali per riemergere dai pozzi neri dell’angoscia. Che sia l’aiuto chiesto ad un essere superiore o a se stessi, l’importante è non arrendersi mai. Ci sono giorni che sicuramente potrebbero sembrare un vero e proprio inferno in terra, giorni dove il “Non ce la faccio più!” diventa la triste frase che si ripete a circuito chiuso, giorni in cui si crede di essere il bersaglio preferito di sfortuna e compagnia bella (“mai una gioia”, per usare un’espressione attuale).
L’unica cosa da fare, seppur impossibile all’apparenza, è quella di mantenersi (per quanto possibile) positivi e propositivi nei confronti di se stessi; inevitabilmente i periodi “neri” potranno colpire in maniera più intensa un giorno rispetto ad un altro e quel giorno sarà sicuramente più difficile essere superiori alle avversità (inutile negarlo). Ma se anche in un giorno del genere si riuscisse a proiettare un flebile raggio di luce attraverso una coltre nebbiosa, questa esile reazione sarà la testimonianza vivente del fatto che non siamo caduti e non ci siamo arresi. Le brutte giornate a volte possono dimostrarsi più utili di quello che sembrino; possono servire ad incanalare energia nelle nostre batterie interiori e a ricordarci quanta forza si annida nella nostra sfera emotiva. L’importante è non arrendersi mai e saper sfruttare al meglio ogni momento, bello o brutto.