Oliverio (pubblicato su il crotonese)

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Non sembra essere un buon momento quello che la Regione Calabria e il suo governatorato stanno vivendo. Nel volgere di neppure due settimane si è passati dallo scandalo (con relativi arresti) di “Calabria verde”, sino alla polemica (con presunta chiamata in causa della magistratura e dell’Anac) sull’assegnazione di 660 mila euro destinati al circuito teatrale calabrese. Ma di mezzo ci sono anche le preannunciate  dimissioni di Carlo Tansi da dirigente della Protezione civile in Calabria per ragioni ascrivibili alle lungaggini burocratiche imposte da un apparato, quello della Regione Calabria, troppo farraginoso. Di mezzo c’è poi la vicenda del sondaggio sull’operato del Governatore Mario Oliverio e della sua giunta; cosa che il “sondato” non ha per niente gradito, ma, a suo dire, non per i dati che ne emergono, laddove l’80 per cento degli intervistati dall’ istituto SWG considera poco – per niente efficace l’azione amministrativa del Governatore. Difatti Mario Oliverio stigmatizza le modalità e la provenienza del sondaggio che egli annovera in  “una canea di iniziative tese a bloccare un processo di cambiamento che noi abbiamo avviato e che non sarà fermato da nessuno”. “Cave canem”, dunque, perché comunque i calabresi cominciano a porsi delle domande; come sul perché il Programma Operativo Regionale FESR 2014-2020 tardi a essere avviato o sulle ragioni per cui taluni influentissimi politici calabresi sembrano aver consumato i margini di un appoggio al governo regionale che invece sussiste vigoroso e determinante a livello nazionale.  Se quanto detto sopra sta nel mezzo di ciò che  accade alla Cittadella regionale, sovrastata da dense nubi di polemiche e scontri, sullo sfondo la situazione non appare certamente più tersa. Incombe difatti, sulla sopravvivenza del governatorato di Mario Oliverio, un pronunciamento del Consiglio di Stato sul ricorso proposto da Wanda Ferro, alla quale, pur arrivando seconda alle elezioni regionali di due anni addietro, non fu riconosciuto il diritto di avere un seggio in Consiglio Regionale. E’ attesa entro la fine di ottobre la sentenza dell’Alta Corte. Si susseguono frattanto i botta e risposta tra chi muove critiche e presenta denunce avverso l’operato di Oliverio e della sua Giunta, e chi, proprio malgrado, è costretto a portare argomenti di discolpa. Si tratta, per la verità, di un argomentare prolisso, ancorché affastellato, affidato a un nutrito team per la comunicazione al punto da far sostenere a Paolo Pollichieni, uno dei decani del giornalismo calabrese, che da parte  di quel team “Sui media il controllo è talmente stretto da riuscire a far pubblicare il commento a una notizia senza mai aver pubblicato la notizia.”. Ma Pollichieni nel suo editoriale, apparso il 4 ottobre sul “Corriere della Calabria” da lui diretto, si spinge oltre e scrive:  – In Calabria l’unico “potere forte” è la Regione Calabria: dispone di un esercito di giornalisti, di risorse dirette e indirette da impiegare nella comunicazione, ha potere di intervento sulle poche leve economiche ancora attivabili, esercita un potere di interferenza nelle dinamiche pubbliche che nessuna organizzazione politica, sindacale o imprenditoriale può sognarsi di esercitare – Attacco della canea e difesa, più che contrattacco, da parte di chi quell’attacco ritiene di aver subito e che si limita a dichiarare: «Siamo sotto l’attacco di lobby e di poteri forti che vogliono condizionare il nostro operato e impedire il cambiamento che stiamo portando». Insomma, il bue chiama cornuto l’asino visto che due su due degli altri poteri forti che esistono in Calabria (ndrangheta e massoneria) non se la stanno passando bene di questi tempi e sono in ben altre faccende affaccendati; fra carceri e aule di tribunale. Chi sono dunque le lobby ed i poteri forti che vorrebbero ostacolare il cammino verso il cambiamento tracciato da Mario Oliverio ? Non sono bene individuati, anche perché i destinatari delle repliche fiume istituzionali, compilate dal team per la comunicazione cui fa riferimento Pollichieni, desistono per sfinimento innanzi a cotanta esuberanza esplicativa che neppure il più accanito consumatore di letture tra gli ergastolani  avrebbe il tempo e la voglia di leggere. In tutto questo, un dubbio si fa strada, e cioè che il Governatore della Calabria, Mario Oliverio, sia un uomo solo al comando, volutamente solo, anche se circondato da uomini e donne (tra cui una a lui particolarmente vicina e ritenuta, secondo la denuncia che sarebbe stata presentata alla Procura di Catanzaro e all’Anac dagli esclusi del bando per la circuitazione teatrale in Calabria,  “musa ispiratrice delle politiche culturali della Regione”) . Ci potrebbe anche stare questa solitudine gestionale; questo certosino controllo capillare di ogni atto e di ogni decisione che emana dalla Cittadella; ma siamo in Calabria, laddove i ritardi della politica e della pubblica amministrazione equivalgono a  omissione di soccorso. Per contro, anche il più solo e onnipotente tra gli uomini (prima di salire alla destra del Padre suo) soleva dire – La messe è molta, ma gli operai sono pochi – . Un raffronto comunque impossibile, inutile ribadirlo, frattanto che, in ordine di tempo, il parlamentare del PD, Sebastiano Barbanti scrive a Mario Oliverio per sollecitargli di adottare la giusta soluzione per il trasporto aeroportuale calabrese al cui destino è agganciata la sorte dello scalo aereo crotonese. La formulazione di un piano complessivo per la gestione degli scali di Reggio e Crotone scade lunedì prossimo e Barbanti, nella sua lettera al Governatore, così si esprime: “…benché la Regione abbia il “dovere” di regia e sia erogatrice di parecchio denaro pubblico, a tutt’oggi, non pare che abbia elaborato alcuna proposta, così come si era impegnata a fare nel suo Piano Regionale dei Trasporti…”

Su ogni cosa, nel mondo degli uomini, domina l’amore; almeno così dovrebbe essere. Allo stesso modo, nel mondo politico domina la legge dei numeri e Mario Oliverio è stato eletto come Governatore della Calabria, per lo schieramento di centro-sinistra,  con il 61,4 delle preferenze accordategli dal corpo elettorale calabrese. Ma oggi, secondo il sondaggio di SWG commissionato da ambienti della politica e dell’editoria cosentina, il gradimento dei calabresi nei confronti del Governatore è sceso a un misero 20 per cento. E sono trascorsi appena due anni dall’insediamento di Mario Oliverio alla Cittadella; gliene restano altri tre, salvo complicazioni.

 

Antonella Policastrese

 

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