I corsi e ricorsi storici. La storia si ripete e l’otto settembre non va dimenticato, anzi serve per acquisire maggior consapevolezza su quanto si sta verificando in Europa e su come la Germania abbia acquisito un ruolo preponderante all’interno dei vari stati membri. Le lancette del tempo sembrano essere tornate indietro sino al 1938, anno in cui il “Terzo Reich” di Hitler avviò la sua terribile politica espansionistica in Europa, annettendosi da subito la Cecoslovacchia e l’Austria. Risale pure a quell’anno la costituzione dell’asse Roma- Berlino, mentre, un anno dopo, è Galeazzo Ciano, genero di Benito Mussolini, a firmare il “Patto d’acciaio” tra Italia e Germania che era fondamentalmente un’alleanza militare. Dunque Galeazzo Ciano non è stato l’unico uomo politico toscano (era nato in provincia di Livorno) a sottoscrivere patti di fratellanza con la Germania; si può dire che a Maranello, a fine agosto, il toscanaccio del momento, Matteo Renzi, abbia fatto la stessa cosa, alla presenza, tra gli altri, di Marchionne e Elkann. Incredibili baciamano ha ricevuto in quella occasione la cancelliera tedesca la quale, commossa da cotanta devozione, ha promesso che ad Amatrice ricostruirà una scuola; persino l’eroico cane Leo, che ha salvato la vita a una bimba sepolta sotto le macerie, ha dato la zampa alla cancelliera.. Così vanno dunque le cose, si dimentica in fretta, si tornano a fare sempre gli stessi errori, si ricade nelle medesime trappole, si ritiene il pangermanesimo l’unica realtà politica possibile in una Europa che perde pezzi, smarrisce identità e mantiene la sua babele di lingue. Sono passati esattamente 73 anni da quel 8 settembre 1943 allorché l’Italia, firmando di fatto la resa nelle mani degli americani, tentò di liberarsi dal gioco tedesco. Loro, quelli che divennero gli ex alleati, presero quel gesto di una nazione allo stremo delle forze come il venir meno al “patto d’acciaio” firmato nel 1939 da Galeazzo Ciano. Frattanto, negli anni tra il 1938 e il 1942, la Germania si era annessa o aveva sotto la propria giurisdizione quasi tutta l’Europa. Il suo dominio si estendeva dal fronte russo sino ai confini della Francia; entro quell’area, con esclusione dei paesi avversari al Terzo Reich (che in sostanza erano Inghilterra e Russia) e di quelli neutrali (Spagna e Svizzera) Adolf Hitler aveva realizzato un modello di impero che oggi l’Unione Europea ricalca quasi fedelmente: con l’Inghilterra che se ne è uscita, la Turchia che va per sua strada e la Russia eterno nemico, da tenere lontano, da sanzionare e tormentare. E’ singolare come l’Europa di oggi a trazione tedesca abbia agito nei confronti della Russia, in modo simile a come agì la Germania in Cecoslovacchia al tempo di Hitler. Ai giorni nostri si è arrivati a un deterioramento dei rapporti dell’Europa occidentale con la Russia culminato addirittura con un embargo dei paesi UE nei suoi confronti che ancora perdura e che tanto nocumento ha arrecato a paesi come l’Italia i cui rapporti commerciali con la capitale della ex Unione sovietica erano fondamentali per l’economia. Dunque oggi ricorre il settantatreesimo anniversario dell’ Armistizio di Cassibile con il quale l’Italia cessava la propria ostilità contro gli anglo-americani. Fu una resa senza condizioni, per dirla tutta. Il “Patto d’acciaio” era arrivato al capolinea ed i tedeschi non la presero bene per niente poiché la Germania nazista scatenò contro il popolo italiano, sia civile che militare, un vero inferno. L’esercito italiano andava disarmato e gli ex alleati cominciarono alla fine di settembre dall’isola greca di Cefalonia, dove era schierata la Divisione Acqui. Si difesero come poterono i nostri connazionali dalla furia tedesca, ma alla fine sull’isola furono massacrati un imprecisato numero di nostri soldati che oscilla tra le duemila e le novemila unità. I superstiti all’eccidio furono avviati verso i campi di lavoro in Germania e internati. Per gli italiani avviati nei campi di lavoro,i non fu riconosciuto lo status di prigionieri di guerra e quindi i nostri connazionali furono dichiarati come internati in modo tale da aggirare i vincoli della Convenzione di Ginevra del 1929 che avrebbe garantito loro un regime di detenzione a termine e la sorveglianza della Croce rossa internazionale. Ed i civili uccisi durante bombardamenti, azioni di guerra, rappresaglie e rastrellamenti tedeschi dall’8 settembre sino alla Liberazione, quanti furono ? Secondo un rapporto redatto dall’ Istituto Centrale di Statistica del 1957, furono non meno di 130 mila e questo quando la seconda guerra mondiale doveva ritenersi conclusa, almeno secondo le intenzioni dell’Italia che si era arresa. Dopo 73 anni, nonostante le perdite di vite umane, i torti e le umiliazioni subiti, gli eccidi di civili di Monte sole, di Marzabotto e via discorrendo, nulla sembra essere cambiato in Italia. La “Grande Germania” che fu il sogno imperiale di Hitler è tornata ad essere la locomotiva dell’Europa a cui paesi come l’Italia fanno da inerme binario.