Paillettes e varietà

Cairo ,si schiera con Santoro contro la rissa in tv, provocata da Travaglio. Può un confronto di opinioni essere catalogato come rissa? Ciò che si è verificato giovedì scorso ha dell’incredibile. E’ sempre più chiaro che l’informazione in questo paese deve essere normalizzata, non ledere le ragioni della casta e soprattutto deve essere asettica, priva di passione e contraddittorio. Se i presupposti sono questi, credo che sia giunto il momento di spegnerla la tv, per riappropriarci degli unici spazi di democrazia:le piazze, fatte di uomini e donne che discutono, si scambiano idee, senza farsi manovrare da burattinai occulti. I talk show sono morti ,perchè è l’informazione che si è evaporata. Più che discutere di problemi reali si fanno spettacoli dove il primo attore è coadiuvato dalle comparse che servono a mettere in risalto il commediante che recita la parte principale. D’altronde Renzi dalla Durso su canale 5 ha reso bene l’idea di cosa significhi far entrare in scena il Renzi attore che comincia a parlare così tanto che le balle da lui raccontate nel rotolare rischiano di provocare una valanga. C’è una decadenza di costumi, idee, da far paura. Un’ignoranza che si taglia con il coltello. E mentre i questuanti dell’informazione si sforzano di non urtare la sensibilità del baronetto, per non fare una brutta fine, l’Italia perde informazione e di conseguenza democrazia. La dittatura porta un marchio doc: paillettes e varietà. Che si vada in scena. Lospettacolo comincia