Un Pd appannaggio di Renzi e Berlusconi

Renzi ormai è prossimo a varare il partito -azienda finanziato da gruppi imprenditoriali. Un po’ come avveniva nell’800, al tempo della destra storica, quando si potevano candidare gli aristocratici, detentori di proprietà fondiarie,  quindi la loro elezione avveniva per censo. Ci troviamo nel periodo antecedente la discesa in campo di Giolitti, innovatore di un modello di società dove a comandare erano coloro che avevano ricchezze. A distanza di tempo, sulla scia del berlusconismo, il PD ormai cresce vertiginosamente, poichè si sta dissolvendo la vecchia FI per confluire nel partito dei diarchi: Renzi e Berlusconi. I dati parlano chiaro. Questo non è più il partito che affrontava i problemi sociali che si batteva per i diritti dei cittadini, ma è un surrogato del berlusconismo. Se questo è il nuovo, le lancette dell’orologio sono state spostate di parecchio indietro. Cresce il consenso di Renzi che, pur di farsi il suo partito lo ha espropriato della propria identità. Ciò che non si capisce è come fanno i sedicenti rappresentanti della sinistra, i puri, i progressisti a stare insieme con chi ormai li ha esautorati di ogni funzione. Bisognerà convincersi che Renzi ormai ha distrutto un valore pur di renderlo appetibile ai mercati, con il consenso di grandi gruppi finanziari ed imprenditoriali. Ci siamo di nuovo avvitati su noi stessi. L’Italia appartiene ogni giorno che passa a Berlusconi ed al suo buffone di corte. Bisognerebbe che fosse interrotta questa spirale dentro la quale sono stati risucchiati i mass-media, appannaggio di chi ha soldi e non fa crescere nemmeno lo straccio di un’idea. La rivoluzione, se mai ci sarà, passa attraverso chi riuscirà a contrapporsi a questi diktat. Altrimenti, anche se con mezzi diversi, il Fascismo imperante della comunicazione ci avrà condannato in blocco. L’Italia non è l’America. Per come ragiona Renzi e quella massa di inetti che lo sostengono, parrebbe di si. Si sono fatti il conto che governare sia un continuo copia ed incolla di quanto fatto altrove, ma governare significa tenere presente le peculiarità di chi si governa e noi Italiani non vogliamo perderla la nostra identità