Protesta:il mare un business per pochi

KONICA MINOLTA DIGITAL CAMERA

Protestano i pescatori della fascia ionica che va da Cariati fino a Soverato, passando per Crotone. Le sorprese non finiscono mai. Altro che ambiente da tutelare, mare da salvaguardare, turismo su cui puntare! Il Ministero dell’Ambiente ha concesso a una società americana, Global Med, di effettuare la ricerca di idrocarburi tramite l’uso dell’air-gun che utilizza aria compressa sui fondali, per cercare petrolio e gas. La Global Med avrà presto carta bianca per effettuare anche  le sue ricerche   nel tratto di mare tra Capo Colonna e le Castella, in barba ad una politica di rilancio dell’economia calabrese che vive di pesca. Interessata dal fenomeno della subsidenza da molto tempo, Crotone rischia di svegliarsi un giorno e ritrovarsi come Atlantide, la città  sommersa dall’acqua. Non basta una mancanza di progetto politico  che ci ha isolato dal resto del mondo, per mancanza di strade ,ferrovie e chiusura dell’aeroporto, adesso ci si mette l’assalto dei barbari che vengono dal mare e per interessi finanziari non guardano in faccia nemmeno i santi. I pescatori non ci stanno e hanno fatto sentire la loro voce presso la Capitaneria di Porto, per denunciare le difficoltà economiche cui stanno andando incontro, poiché ogni volta che si trovano nei pressi della nave autorizzata per la ricerca di idrocarburi devono rallentare con le loro barchette a danno delle reti che si riempiono di fango ma non di pesci, destinati alla moria e alla scomparsa. Cosa sta succedendo in questa città simile a una nave fantasma che solca il mare senza nocchiero, che rischia di sbattere sugli scogli tra l’indifferenza di istituzioni impegnate nella campagna referendaria  del Si e lascia Crotone andare alla deriva? Più che cambiamento stiamo subendo una vera involuzione, per una classe dirigente attenta ad attuare le istanze dello Stato centrale, che non sgama i bisogni e le esigenze delle comunità locali, anzi ci mette il carico, lasciando che il mare sia appannaggio di interessi che ledono le necessità dei cittadini. Invece di alzare la voce dopo l’ennesimo flop legato all’Aeroporto S. Anna, si fa finta di nulla e si lasciano le multinazionali del petrolio agire indisturbate. Altro che ricadute e turismo! Qui bisogna inventarsi l’arte di mettersi il sacco in spalla e andar via. Forse per il ministro è più congruo pescare migranti in mare piuttosto che dedicare attenzione alla nobile arte dei pescatori, messi all’angolo, ridotti in miseria e trattati come i popoli andini a cui si scippa la terra, le foreste e l’ acqua. E’ mai possibile che ci siamo ridotti a questo? Siamo diventati stranieri in casa nostra. Tutto quello che facciamo lo dobbiamo concordare con uno Stato che soffoca qualsiasi tipo di istanza locale e ci riduce all’obbedienza. Una sudditanza che diventerà sempre più stringente se permetteremo che passi una riforma tesa a  premiare  solo i luogotenenti di un unico partito, perché noi non eleggeremo più nessuno, i politici verranno nominati per acclamazione e ritorneremo ad essere sacrificati sull’altare di interessi personali, esseri umani destinati all’oblio. Ci siamo svegliati un giorno e ci siamo accorti, tuttavia, di non essere disposti a prendere per oro colato quanto dall’alto ci viene propinato e di conseguenza è tempo di lasciarci vivere, perché non siamo più disposti a morire stritolati dall’avidità di pochi che antepongono i loro interessi a quelli della collettività.I l mare è l’unico bene che ci appartiene. Difendiamolo prima che sia troppo tardi.