Punta Scifo: tutti insieme appassionatamente

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In attesa di eventuali altri clamorosi sviluppi della vicenda di “Punta Scifo”, alcune considerazioni di carattere eminentemente locale si possono cominciare a fare. Poiché in questo nuovo sequestro del costruendo eco-mostro a opera della Procura della Repubblica, finalmente, accanto alla citazione di atti e di sentenze, compaiono le firme di alcuni tra i quali quegli atti li hanno firmati e sottoscritti, rilasciando nulla-osta che addirittura Satana in persona si sarebbe ben guardato di rilasciare per la più indegna creatura dell’inferno. In ordine alla gravità delle accuse ipotizzate dalla Procura crotonese, il primo posto sembrerebbe spettare alla Provincia di Crotone. Perché  è stato proprio quell’Ente a rilasciare il cosiddetto nulla osta paesaggistico. Vale a dire che i funzionari preposti della Provincia ignoravano il fatto che l’Ente era altresì gestore dell’Area marina protetta entro i cui confini, lungo la costa e sino a trecento metri dalla battigia, era fatto assoluto divieto, a chiunque, di piantare perfino un ombrellone. Invece a solo cento metri dall’incontro tra lo Jonio e la dorata sabbia di Scifo ci hanno messo una piscina da mille metri quadrati e basi in cemento per costruire dei bungalow a prova di terremoto. E alla Provincia non se n’erano accorti. Sbadataggine soltanto, amnesia indotta o ciucciaggine bella e buona ? Nell’ultimo caso in specie, laddove un asino raglia un altro risponde, così che si diffonda nell’aria un inconfondibile verbo di stalla. Si dia al caso che gli altri sbadati, sofferenti di amnesia o ciucciaggine, alloggiassero in altre due stalle differenti, quali il Comune di Crotone e la sede della Soprintendenza ai beni culturali e paesaggistici della Calabria; i ragli sono divenuti sinfonia e quindi gli asini si sono uniti in coro per ingraziarsi lo stalliere (o gli stallieri) o per dovere di soma, delle due l’una, così stanno le cose. Il prosieguo (atteso oramai con entusiasmo e trepidazione dai crotonesi onesti), della vicenda ci dirà di cosa si è trattato o se c’è addirittura qualcosa di ben più grave, tale da far risalire verso inquietanti ipotesi la tipologia dei reati commessi. Nell’attesa, c’è da constatare che sicuramente due dei protagonisti, sul fonte amministrativo, della vicenda riguardante l’eco-mostro di  Scifo, sono dei dirigenti della pubblica amministrazione e, guarda caso uno è in attesa di entrare nei ranghi decisionali del Comune di Crotone, congedandosi dalla Provincia di Crotone, e l’altra attende di andare a occupare quel posto di dirigente che ha conquistato attraverso procedure concorsuali. Un piccolo inciso: un avveduto magistrato prospettò un giorno l’ipotesi di un accusato di pedofilia che viene prosciolto definitivamente dal tribunale dalla infamante accusa. Li affideresti tu i tuoi figli a quest’uomo, prima accusato e poi prosciolto per il reato di pedofilia, per accompagnarli a scuola  ? Dunque, a prescindere dal come si concluderà la vicenda di “Punta Scifo” che attualmente vede indagati, tra altri, due dirigenti della pubblica amministrazione crotonese, ci sarà mai amministrazione disposta a affidare a costoro la guida di settori nevralgici della propria macchina burocratica ? Se non sono ladri corrotti, sono asini incapaci; se non sono né una né l’altra cosa allora sono dei mangiapane a tradimento. Fra tutti questi discrimini, uno solo è difficile da comprovare, quello che attiene la corruzione, perché un occhio lo si chiude per apposizione di prosciutti sugli occhi, ovvero tramite pagamenti cash, di quelli che non lasciano traccia alcuna. Solo sotto tortura (che in Italia non si può più praticare dai tempi di Mani pulite) un corrotto potrebbe ammettere di aver preso mazzette, ma di aver trattenuto per se solo i soldi delle sigarette o per poter comprare il latte ai bimbi, consegnando il grosso a chi gli aveva concesso il privilegio di esercitare un potere in ambito pubblico. Ergo, di come sono andati realmente i fatti per la vicenda delle incredibili autorizzazioni per costruire l’eco- mostro di Scifo, presumibilmente non ne avremo mai contezza, a meno che altre procure non vogliano andare sino in fondo, percorrendo altri filoni correlati al crimine commesso che, al momento, è quello della lottizzazione abusiva; del falso ideologico e dell’ abuso d’ufficio. In attesa che partano le demolizioni, che sia intimato il ripristino dello stato dei luoghi, che siano processati i colpevoli, indennizzati i crotonesi onesti per il danno patito, si guardino bene gli amministratori della cosa pubblica dal conferire incarichi agli odierni indagati, anche quando eventualmente essi dovessero essere prosciolti; al massimo gli si conferisca una pensione di invalidità al cinquanta per cento, di quelle che non danno diritto a vitalizio alcuno, perché essi erano ciechi per necessità o vizio. Per contro, solo a un cieco vero, purtroppo per lui, è precluso guardare quanto sia bello il paradiso;ovviamente prima che dei presunti imprenditori turistici lo trasformassero in uno scifo; ricordando a tutti coloro che non lo sapessero che con la parola “scifo” si intende il trogolo dove mangiano i porci.

 

Antonella Policastrese