I ragazzi del 92, giovani senza futuro, con un pugno di mosche in mano

L’era jurassica volgerà al termine, o avremo ancora in giro tirannosauri che cresceranno fino a devastare la razza umana?  Il 4 marzo si andrà a votare. Era ora! La legislatura appena conclusa è stata una delle  più nefaste ch

e l’Italia abbia conosciuto, telecomandata dall’alto, con leader che si sono avvicendati per compiacersi e compiacere l’Europa, perché quando l’Europa chiede tutti devono ubbidire. Per noi Italiani baciapile di professione non è stato affatto un compito arduo, anzi il tutto è servito per mandare ministri trombati ad occupare qualche scranno di rilievo e presentarsi davanti all’opinione pubblica come il potente di turno. Intanto, mentre le tasse fioccano, non c’è bi

sogno di zingara per sapere che più soldi si rastrellano nei vari territori, più questi soldi vengono utilizzati per mantenere burocrati e impiegati che non hanno mai sostenuto un concorso ma occupano posti privilegiati perché “li manda Picone”. Un’Italia che non si capisce bene cosa sia diventata. Un crocevia di popoli e tribù di nuovi schiavi ,necessari per far ripartire le economie e far arricchire speculatori 

e affaristi della peggior specie. Una crisi di valori senza precedenti si addensa sotto un cielo carico di nubi; in cosa si dovrebbe credere e per cosa si dovrebbe lottare? Suonano strane anche le parole di Mattarella che, nel discorso dell’ultimo dell’anno, ricorda i giovani in trincea durante le guerre mondiali per aver lottato strenuamente, grazie ai quali si è arrivati all’affermazione della Democrazia e della Costituzione. Diversi i tempi, ed è inutile appellarsi attualmente ai “ragazzi del 92”, quei diciottenni che per la prima volta dovrebbero recarsi alle urne. Giovani senza ideali, ridotti a babbei per avergli offuscato la parte pensante del cervello, grazie ai cellulari e social dove si cazze

ggia e che vivono per le foto o la registrazione di qualche video che gli possa dare celebrità. Ragazzi sempre più confusi, con famiglie che tali non sono, dove il senso di comunità non esiste, anche se si predica come un mantra l’accoglienza  per chi sta occupando ogni centimetro di spazio e, pur di rimanere, presta il fianco a qualsiasi tipo di vessazione. Abbiamo fatto credere ai ragazzi che potevano essere protagonisti e intraprendere carriere da veline, cantanti, attori, saturando un settore ormai inflazionato. Di contro i giovani osannati sono stati quelli che hanno scelto la “Loggia

” giusta, o indossato qualche cappuccio e mantello all’ultimo grido per essere catapultati nel mare magnum delle Stelle. Incongruenze, anacronismi, incoraggiamenti a lasciarla l’Italia per andare altrove, in questa Europa misera che premia i furbi senza che si veda e offre posti al sole per pochi eletti. E guarda caso, oggi in prossimità delle elezioni si cominciano a tirare per la giacchetta i ragazzi del 92 senza che niente sia stato fatto, senza che per loro ci sia una via d’uscita. D’altronde quando anche i padri perdono il lavoro, quando bisogna avere alle spalle dei padrini politici, perché bisognerebbe votare? Per acclamare i furbi alla Renzi o alla Boschi? Siamo ad un bivio. Siamo all’anno nero di una politica sempre più prona ad interessi finanziari, una politica che nei vari territori premia i “Ciccio Pugnetta” che diventano di colpo Maestri del gran giurì, ossia maestri del nulla. Prima di chiamare i giovani alle urne, muovete le natiche del deretano per ridarci la nostra dignità e la nostra appartenenza a una realtà chiamata Italia