Questa riforma del lavoro annienta le tutele , favorisce i gruppi d’imprenditori che delocalizzano ed avranno a disposizione d’ora in avanti, anche in Italia di tutta la mano d’opera che vogliono a basso costo. Se questo significa ripartire vuol dire che nei prossimi anni vivremo situazioni ancora più drammatiche di queste. Siamo soggetti alla politica monetaria della UE. Draghi, la Lagarde ed anche Padovan parlano di cessione di sovranità nazionale. Ci presentano l’unione fiscale europea come la panacea di tutti i mali possibili; in realtà sarà l’europa a dirci dove e come dobbiamo tagliare. Stanno segando le nostre vite. Gli enti locali per tenere in caldo i soldi del patto di stabilità sono in dissesto e gli impiegati provinciali non si pagano. Chiaro che questa è l’anticamera del licenziamento, altro che riforma del lavoro. Riformare per licenziare, per schiavizzare la gente, per vivere con stipendi da fame, ammesso che ci saranno. Insomma una politica quella di renzi, più a destra della destra più retriva. Siamo in un cul de sac.Il fatto sconcertante è che Tsipras , che si diceva contrario all’euro ha cambiato idea ed ha incontrato Draghi parlando di banche. La Grecia è ridotta al lumicino. La troika ha consegnato al governo un pacchetto di misure dove si prevedono ulteriori licenziamenti per gli impiegati pubblici, quel settore che bisogna cancellare per dar vita definitivamente ad una società formata da ricchi e poveri. Altro che riforma del lavoro! Riformare per licenziare