Rosa Di Domenico, subito a casa

Rosa Di Domenico, la quindicenne di S. Antimo, è viva. Ieri la trasmissione “Chi l’ha Visto” ha trasmesso un video della ragazza che attesta l’esistenza ancora in vita della quindicenne. Rosa è sparita da S. Antimo a maggio, portata via da un pakistano di 28 anni conosciuto in chat. I genitori si erano accorti che Rosa era cambiata e, dietro suggerimento di un’amica, hanno cominciato a visionare il cellulare della ragazzina,  all’epoca tredicenne, per accorgersi che Rosa veniva raggirata da un uomo  che le chiedeva scatti osè e la controllava anche a distanza. Dopo aver denunciato ripetutamente il fatto alle forze dell’ordine, nonostante tutto la mamma della ragazzina riceve una telefonata sul telefonino della figlia che aveva dimenticato a casa, dove gli viene annunciato da Qasib che lui  avrebbe portato via Rosa. E così è stato. I genitori di Alì Qasib, questo il nome del ventottenne, vivono a Brescia e i genitori della ragazzina a loro si sono rivolti per avere la figlia a casa. L’uomo dopo la sofferenza di questa madre che non si dà pace è riuscito a far ottenere un video di Rosa che dimostra chiaramente che la ragazzina vive in stato di segregazione. E’ apparsa con l’aria stanca, truccata  pesantemente, con le pupille dilatate, i capelli sistemati davanti agli occhi, per nascondere ematomi evidentemente, per non parlare delle labbra con un rossetto sbavato,  per mimetizzare evidentemente qualche cazzotto che ha provocato lesioni alla bocca. Una condizione davvero disastrosa, una situazione allucinante e non depone bene anche il tono della voce flemmatico, come di persona sotto effetto degli stupefacenti.

Può una quindicenne, all’epoca dei fatti tredicenne, essere tenuta sotto scacco in questo modo, non restituita alla sua famiglia che chiede disperatamente il ritorno della figlia a casa? E se il genitore di Alì Qasib è è riuscito ad ottenere il video, perché non impegnarsi fino allo stremo delle forze per far ritornare Rosa? A questo punto l’impegno perché questa storia finisca nel migliore dei modi è che si intervenga a livello di Farnesina ed ambasciata in quanto questo caso ci appartiene, perché Rosa potrebbe essere la figlia di ognuno di noi e non si può tergiversare. Sono molti gli interrogativi, molte le incongruenze e ci si chiede come mai il Papa davanti ad una vicenda così dolorosa sia tremendamente fiacco. Forse se Rosa fosse stata una Rohingya avrebbe meritato più attenzione, sarebbe stata ricordata nella benedizione dell’angelus e fatta qualsiasi cosa per mantenere accesa una storia così drammatica, esasperante che sta demolendo una famiglia.Le lacrime della mamma di Rosa forse sono meno salate o dolorose di quelle di una Rohingya?

Urge davvero fare in fretta, perché da quel video si evince di quanto la quindicenne stia male e non può restare un attimo di più nelle mani del suo carnefice. A questo punto o l’impegno del padre di Qasib si tramuta in qualcosa di più concreto o andassero via da un Paese che li ospita, li accoglie li sfama per poi ricevere in cambio simili sfregi. Rosa a casa subito. Lo vogliamo tutti.