Sacal: chi viene, viene adesso.

 

 

Inutile illudersi: la politica, nella gestione dei beni pubblici genera e forma ordigni; cosa che non era possibile fare neanche ai “Terminator” di ultima generazione del sistema “Skynet”; e chi ha memoria della saga cinematografica che aveva come protagonista Arnold Schwarzenegger ricorderà bene che le cose stavano così. Non si tratta di bombe; di congegni esplosivi e di armi in genere; la politica si limita a produrre ordigni di più devastante portata: essi sono i consigli di amministrazione. L’ultimo di tali ordigni è deflagrato nei giorni scorsi alla Sacal, la società mista pubblico/privato cui sono stati affidati in gestione gli aeroporti di Crotone e Reggio Calabria. Certo; una cosa grave che è avvenuta alla vigilia della Pasqua e che tanta incertezza ha generato tra coloro che hanno a cuore e disgrazia le sorti dei due scali aeroportuali; ma che pure rievoca (anche figurativamente, giacché siamo a Pasqua) l’idea di quanto inopportuno possa essere affidare l’agnellino al lupo, laddove il lupo è rappresentato dalla politica che forma ordigni (consigli di amministrazione) e dispone di candide e belanti creature da divorare (i beni di proprietà pubblica). Con le dimissioni di taluni componenti politici del C.d.A  aeroportuale lamentino; con le prese di distanze dalle presunte malefatte da parte di autorevoli rappresentanti delle istituzioni pubbliche che partecipavano e sostenevano  quell’organismo di amministrazione; con le stigmatizzazione circa l’operato dei disonesti, da parte di onorevoli e senatori, la vicenda della Sacal potrebbe definirsi già conclusa. Non mancano le affermazioni di rito che riguardano l’operato della Magistratura, ossia l’avere piena fiducia in essa (che pure dovrebbe essere stanca di sopperire alle inadempienze della politica e alla sua incapacità di fare pulizia). Fatto sta che dovrà essere ancora una volta la politica a formare un nuovo consiglio di amministrazione; dovrà essere la politica a decidere da dove e come ripartire, come se questa avesse capacità, quasi divine, di intervenire per risolvere problemi e  aggiustare ogni cosa, dallo smartphone alle guerre ; dall’assalto delle cavallette alla riapertura di un aeroporto. Il destino dello scalo aereo, ancora di più dopo l’operazione “ali spezzate” che ha delegittimato il vertice della Sacal, è nelle mani del Governatore della Calabria. Egli, politico di grande esperienza, di lunghissima carriera, di comprovate capacità strategiche e di indiscussa onestà, è originario di un paese che porta il nome di San Giovanni (In Fiore) , da distinguersi dalle altre tantissime località che si fregiano del sacro nome del Battista. Siccome è da lui che dipendono le sorti dello scalo aereo di Crotone; per la riapertura al traffico e il necessario rilancio, se ciò avvenisse in tempi brevi, i crotonesi, in segno di riconoscenza verso colui che da un paesone della Sila (nella qualità di Governatore della Calabria) sarà stato capace di far riprendere il voli dal S.Anna  dovrebbero essere devoti a San Giovanni e siccome quello in Fiore non compare nell’elenco dei santi, quello più contiguo potrebbe essere, per analogia con il miracolo (eventualmente) ricevuto, San Giovanni Decollato. Ciò laddove decollato non significa decapitato, bensì alzatosi in volo, come un aereo, appunto.