Sciopero dei taxi prima i diritti poi i mercati

uid_15385ddb8c4-640-0-taxiMentre il Partito unico spreca fiumi di parole interrogandosi sulla scissione o non scissione, il Paese cade a pezzi. Da giorni i tassisti protestano in tutta Italia perché venga messo un freno alla liberalizzazione selvaggia, impedendo  ad una multinazionale come Uber di prendersi la grossa fetta di mercato, esentasse. La solita storia della globalizzazione, dei mercati tutelati a discapito dei diritti negati. Fino a quando continuerà questa storia, fino a quando assisteremo impotenti a licenziamenti su licenziamenti mentre la disoccupazione si trasforma in un’onda anomala che presto ingoierà tutto quanto incontrerà nel suo cammino? Un Governo che procede per inerzia e tiene la sedia in caldo ad un uomo (Renzi) che oggi è volato in California, perché “il mondo corre veloce e bisogna stargli dietro”. L’Italia corre velocissima all’indietro e rischia di sbriciolarsi come le strade che crollano o interi paesi che a causa del terremoto o del dissesto idrogeologico ,rischiano di estinguersi. Sarebbe questo il Bel Paese? Senz’altro è il Paese dei bellocci, di coloro i quali hanno deciso di comandare e lo stanno facendo ignorando i bisogni della gente che difende a spada tratta il proprio lavoro che permette loro di consegnare un minimo di dignità e di sentirsi persone e non stracci della polvere. Avere un lavoro ben retribuito è un diritto, un diritto è sentirsi comunità, avere il senso dell’appartenenza e in nome della globalizzazione non si possono  cancellare con un colpo di spugna le lunghe battaglie fatte per quei diritti che oggi non vengono nemmeno pronunciati. Con la globalizzazione sono cresciute la Cina e l’India, paesi che sfruttano la manodopera e ricavano congrui profitti, ma gli italiani sono arretrati. Il loro standard di vita è ritornato ad essere simile a quello della guerra conclusa, quando la miseria si tagliava con il coltello ed ogni pidocchio in testa era grande quanto una casa. E allora la domanda diventa d’obbligo: è così che vogliono ridurci? Crescono i mercati, le multinazionali si pappano tutto e chi non ha niente che deve fare? Guardare chi si mangia un panino ben farcito mentre i morsi della fame distruggono lo stomaco vuoto? Dove stiamo andando e cosa venite a raccontarci ancora?! Dovrebbero vergognarsi i radical chic di un partito che ha esaurito la sua storia e che pur tuttavia fa la conta dei voti, degli apparentamenti, per continuare a rimanere in sella al destriero alato e prendere il volo. Intanto la rabbia serpeggia, la città rischia di stramazzare, le persone ridotte in povertà diventano morti che camminano. Diritti, dove sono finiti? Dalla scuola alla sanità, ai soldi dei contribuenti fatti sparire alla continua emorragia dei posti di lavoro, il prossimo passo quale sarà?Non basta quanto abbiamo ceduto, ora bisogna vendere anche i servizi con buona pace di chi un servizio lo fornisce e ora lo deve cedere.