C’era da aspettarselo. Prima o poi la democrazia sarebbe stata messa in ballo e così è avvenuto. Colpa dell’unione monetaria voluta prima di ogni altra cosa al mondo, che sta mostrando il suo volto, lesivo per i diritti ,letale per gli Stati. L’Unione Europea di cui ci avevano parlato, sponsorizzata come la panacea di tutti i mali, è il vero cancro della Democrazia. Ci avevano detto che i popoli avrebbero vissuto in pace ,che i mercati avrebbero permesso di sfamare non solo noi europei, ma il mondo globalizzato e così facendo non solo ci hanno tolto la sovranità , ma ci hanno schiavizzato, decisa per noi la forma di governo necessaria per il benessere interno, quando il film che si è andato componendo era di ben altra natura. Ci siamo accorti, man mano che andavamo avanti, che il debito in uno stato sovrano, anche se aumenta, è funzionale al sistema economico. Cominciava ad essere un’arma a doppio taglio, in quanto se compri la moneta a debito devi restituire la somma prestata al doppio degli interessi. Ma quali sono questi organismi che stanno veramente maciullando le nostre vite, rendendoci dei robot da muovere, azionati con la carica? Tali organismi si chiamano BCE, FMI , Commissione europea,un triumvirato che ha mandato la Lira in pensione, bardandoci di un giogo di regole assurde, parametri letali,stratagemmi finanziari da teatro di varietà che comici di razza portavano in scena per far ridere con il meccanismo del paradosso. Ma l’applicazione nella vita reale,di quei paradossi e di quegli stratagemmi da parte di politici rampanti, fa risaltare la differenza che passa tra un comico di razza ed un pagliaccio di oggi. Il rampantismo, ,l’ambizione di uomini che da cinque anni a questa parte si sono succeduti al governo senza essere stati eletti, sono espressione di una Troika che detta le linee guida da adottare all’interno delle singole satrapie, per razziare denaro contenendo il debito oltre un tetto che non può essere sforato e che prevede tagli di servizi e lavoro sottopagato per arginare gli sprechi .In pratica un meccanismo perverso il rapporto deficit/Pil che sta strozzando l’Italia, annientando noi italiani dal punto di vista sociale, economico e politico. La Politica si è assuefatta al potere finanziario di una banca, la BCE, che da sola stampa denaro e coordina l’azione delle altre banche compresa la Banca d’Italia che dal 1998 è parte integrante del sistema europeo delle banche centrali. Le tradizionali funzioni di controllo della politica monetaria e del cambio, con l’istituzione dell’unione monetaria non sono più gestite autonomamente ma in coordinamento con gli altri paesi dell’Unione .La struttura portante dell’Unione Europea consiste in due trattati :quello di Maastricht e quello di Barcellona sottoscritto nel 2007. In esso è contenuto il principio di “travaso di sovranità ” dalla UE verso un paese membro che nel cuore dell’Europa è la Germania che può esercitare la propria sovranità , in nome della UE stessa, mentre l’Italia deve cedere la sua, così come ci è stato chiesto e sta avvenendo. A voler esaminare per bene i trattati e meccanismi di finanziamento dell’Unione Europea ,ci si accorge quanto tossica sia stata per l’Italia la scelta di aderirvi. Per farla breve, le ragioni della UE stanno nei seguenti termini: in Europa c’è libera circolazione di merci e persone ,e per le merci prodotte dai paesi dell’area Euro, destinate a quel mercato, non si pagano dazi; ma li pagano i paesi extracomunitari che esportano verso i paesi dell’Unione. In base a tali trattati tre sono le forme di finanziamento a sostegno della UE: i dazi; una quota dell’Iva prelevata da ogni singolo stato dell’Unione e una quota di adesione stabilita annualmente, al lordo di versamenti extra. I paesi che hanno sottoscritto i trattati, hanno rinunciato a condividere gli introiti dei dazi; essi sono incamerati esclusivamente dalla UE; più dazi si incassano e più congrue diventano le risorse che poi confluiscono nelle casse europee, dicesi BCE. Questo spiega perché l’Unione Europea ha imposto e addirittura incentivato l’abbandono di talune attività produttive agro-alimentari, dallo zucchero al latte, dalla frutta, comprese clementine, arance di Sicilia e mele del Trentino, sino ai pomodori. Meglio se arrivano dal Marocco, dalla Cina, dal Canada questi prodotti, perché pagano dazio. Ai coltivatori italiani arrivano invece una manciata di monetine; ai pescatori è stato detto di vendere reti e barche in cambio di un sussidio; al novellame di sarda è stato sostituito il cinese “neosalanx” o “pesce ghiaccio”.Paletti conficcati nel cuore dell’economia di uno Stato che sicuramente stava molto meglio quando non c’era l’Unione Europea e benissimo quando non c’era l’Euro. E sono passati già 15 anni da quando la Lira è andata in pensione e l’Italia si riscopre indebitata sino al collo; ricondotta indietro nel tempo sino al secondo dopoguerra, appesantita da un giogo fatto di regole assurde, di parametri letali, di trattati capestro, di stratagemmi finanziari. Altro che Cile di Pinochet! La dittatura finanziaria che è stata messa in piedi non lascia scampo. Nonostante tutto, la UE insiste nel chiedere riforme; il Governo vara riforme che alla crisi non fanno nemmeno il solletico ,oltre a restringere gli spazi di democrazia; chi c’era prima di Mario Monti , Enrico Letta,e Matteo Renzi ,messi insieme conta ancora più di prima. C’è dunque altro che occorre riformare, in primis c’è da rivedere e ripensare le regole di ingaggio di questo matrimonio tra l’Italia e l’Unione Europea cui i cittadini non sono stati mai invitati e prendere in seria considerazione un divorzio consensuale. Purtroppo questo partito unico al timone di un Paese scassato è in altre faccende affacendato.Si mostrano slide, si raccontano super balle spaziali ,mentre l’Italia annega nel debito e nella disoccupazione. Una storia ancora per poco italiana, destinata a diventare di dominazione tedesca.