Per le elezioni amministrative si ipotizza la data del 5 giugno. Ovviamente ci sono malumori su tale scelta in quanto sarebbe a ridosso di un lungo ponte di vacanze. La politica a livello locale può interessare o meno; il tormentone dei proclami, degli annunci e delle linee programmatiche diffusi a mezzo stampa, lasciano il tempo che trovano e tanto meno riesce a entusiasmare il toto-sindaco, specialmente se a giocarci è rimasto solo il partito di maggioranza che il sindaco di Crotone lo ha espresso per due cicli amministrativi. Non fosse altro perché quando i “grandi” si mettono a fare simili giochetti, i “piccoli” smettono di giocare e se ne vanno da un’altra parte a disputarsi la propria partita. Viceversa, credere che il PD ci stia mettendo così tanto a scegliere il proprio candidato, perché tormentato da dubbi, desiderio di fare bene e meglio e di cambiare registro, è come credere ai racconti delle fate. Ed è decisamente meglio questa seconda opzione, poiché, per quanto riguarda chi scrive, che non ha propensioni simpatie o antipatie per un partito o per l’altro, per il candidato tizio o caio, può capitare di incontrarla una “fata” che dica cosa accadrà con almeno due mesi di anticipo. La “fata” aveva raccontato che alla fine il PD si sarebbe comportato come una normalissima azienda quotata in borsa dinanzi alla necessità di rinnovare il proprio consiglio di amministrazione, laddove si propende per i rimpasti ancorché per le rottamazioni. I manager si spostano da un ramo d’azienda all’altro, non si mandano a casa; non si mettono in liquidazione. Sicché chi ha operato per due cicli amministrativi da sindaco, non potendo affrontare per legge il terzo mandato, viene spostato laddove c’ è un posto disponibile, sia pure momentaneamente occupato da un manager che opera in altro ramo dell’azienda medesima. A sua volta, quello sostituito si alterna nel ruolo di chi gli è subentrato, Quest’ultimo non può rifiutarsi dinanzi le disposizioni di avvicendamento decise dal consiglio di amministrazione, quand’anche fossero meno vantaggiose, prestigiose e remunerative. Dunque non gli resta che obbedire al partito-azienda e “sacrificarsi” a indossare la fascia di sindaco. Tutto questo aveva raccontato una “fata” dalla gola profonda addirittura prima di Natale. Ora c’è da chiedersi perché si sia atteso tutto questo tempo per decidere cosa parrebbe essere già stato deciso prima ancora che sorgessero liste civiche, schieramenti e che il firmamento dei “Grillini” esplodesse per frantumarsi in stelle e supernove come lo è adesso. Qualora le cose, sul fronte delle amministrative, si prospettassero in maniera diversa, nel senso che venisse indicato un manager candidato sindaco nuovo di zecca, vorrà dire che alle “fate ignoranti” non bisogna dare credito alcuno. La decisione finale spetterebbe infine al popolo sovrano, ma questa appare scontata, poiché scontato è che il popolo avrà sempre bisogno di un sovrano, avendola perduta da troppo tempo la propria, di sovranità.
Antonella Policastrese