La Calabria si conferma fanalino di coda nel panorama delle povertà emergenti. Secondo un’indagine stilata dalla Crif, la nostra regione risulta ultima per i mutui contratti dalla popolazione attiva poiché, causa la disoccupazione e contratti di lavoro poco stabili, non si hanno nemmeno i quattrini necessari per l’acquisto della prima casa. Ad accedervi sarebbero solo il 14% dei contraenti, cifra irrisoria se paragonata ai dati nazionali. In compenso i Calabresi sono primi per prestiti rateali finalizzati all’acquisto di elettrodomestici e mobili e ciò conferma l’andamento di un indebitamento che strozza sempre di più le famiglie monoreddito.
Una situazione precaria che traccia la mappa di una Regione da tempo alla canna del gas e, se si continua di questo passo, gli effetti saranno letali. Colpa di una politica nazionale ma anche di una classe dirigente regionale e locale poco accorta ai bisogni dei cittadini. Infatti se ci spostiamo su Crotone il panorama è davvero desolante. Non si è capito bene su cosa la città debba puntare. Aleatorio parlare solo di turismo, specie se si considera la mancanza di strade e collegamenti ferroviari inesistenti. Da quando poi è stato chiuso anche l’aeroporto la città sembra come la bella addormentata in attesa di un principe che non si sa da dove debba arrivare per svegliarla. L’economia di questo territorio annaspa. L’unica cosa che tira sono gli sbarchi, l’allestimento di hot spot sul porto e a breve si parla della ristrutturazione di un immobile nei pressi della stazione da adibire per la sistemazione dei migranti che vagano per strada o sono in attesa del rinnovo del permesso di soggiorno. Due milioni di euro elargiti dalla regione al comune di Crotone non finalizzati ai bisogni di gente sempre più povera, ma all’ assistenza degli immigrati, una categoria emergente, ben protetta. Una strana forma di solidarietà sostenuta da baccanti e satiri che hanno un ritorno e non vogliono rinunciare ad introiti sicuri. Dopo la triste vicenda delle Misericordie, che ha portato in carcere Don Scordio e il governatore Antonio Sacco, attualmente su Crotone agiscono cooperative sociali sempre attente ai bisogni degli ultimi…Situazione desolante, incresciosa, che da sola non riesce a mettere in moto la macchina “Crotone “dove le opposizioni latitano e il sindaco è ostaggio di un grande vecchio che imprime il suo assenso o diniego su ogni cosa che riguarda l’amministrazione.D’altronde siamo a Crotone, e avere la diarchia come forma di governo è una peculiarità che ci contraddistingue e ci connota come discendenti di un passato evaporato, i cui effetti non hanno prodotto nessun risultato. Basta respirarla questa città per sentire il cattivo odore di una rabbia repressa come fuoco sotto la cenere, e ciò che diventa lama affilata sulla pelle è l’indifferenza delle persone che tirano ogni giorno il carretto senza sapere cosà porterà il giorno dopo.
Agosto volge al termine e presto con l’inizio dell’anno scolastico la situazione sarà ancora più amara. Dopo il taglio delle Province che hanno portato risparmio con la riduzione dei posti di lavoro, ci si chiede chi gestirà le scuole, chi garantirà i riscaldamenti in edifici freddi, quanti sopralluoghi ci saranno per aule carenti e quanti interventi verranno portati a termine su arterie interne di collegamento tra i paesi e il capoluogo. Inoltre c’è da sperare che non arrivi l’alluvione, perché l’officialità idraulica non si capisce bene a chi appartenga. Un po’ come il fuoco che sta distruggendo la Calabria che naviga a vista