la presente vuole essere un messaggio di solidarietà nei confronti di Domenico Policastrese, ormai ex direttore della testata “Il Crotonese”.
C’era una volta “Il Crotonese”, un periodico nato per volere di un uomo lungimirante che ha fatto la storia di questa città, orientandola e aiutandola a crescere, a interrogarsi,a uscire dal guscio del proprio vissuto, per denunciare le malefatte di chi non aveva mai esitato a sfruttarla per costruire le proprie fortune. Sono stati anni intensi, vissuti pericolosamente, ma è bastato che Domenico Napolitano morisse per far fuori anche l’ultima persona da lui nominata alla guida della sua creatura. Apprendo con costernazione che anche quel direttore, Domenico Policastrese, giornalista professionista che per sei anni ha portato sulle sue spalle nella buona e nella cattiva sorte (ma soprattutto nella cattiva) il “fardello” del giornale, è stato sostituito con un nuovo direttore, giornalista pubblicista. Le motivazioni sono quasi inconsistenti, forse addirittura oniriche: si è pensato che cambiare la figura del direttore ogni anno possa far uscire la testata dalla crisi, senza curarsi minimamente del fatto che una simile soluzione condannerà quest’ ultimo baluardo di libertà a sgretolarsi miseramente. A ben guardare, la decisione di far avvicendare annualmente i dipendenti del giornale, sembra un gioco di ruolo finalizzato solamente a far provare ai suddetti l’ebbrezza di cosa significhi sedere sulla poltrona dorata, senza di fatto sapere che cosa comporti veramente guidare una testata giornalistica. Credo che tutto ciò non sia professionale, perché se crisi c’è bisognava stringersi insieme e capire in che direzione andare, invece di cambiare il direttore in un momento in cui una continuità poteva essere l’unica ancora di salvezza. Fare informazione è una cosa seria, non è soltanto lottare per sedersi sul “Trono di Spade”! Ahimè si tende a credere che stare davanti a un PC per elaborare comunicati stampa o costruirsi una notizia significhi fare informazione; d’altro canto è anche vero che non ci sono più i giornalisti di razza di una volta, persone per cui la notizia era vita non solo perché voleva dire portare un tozzo di pane a casa, ma anche perché l’informazione significava libertà e verità. Tutto questo è Domenico Policastrese che per Il Crotonese si è sempre prodigato e si prodiga, anche se questo vuol dire trattenersi in redazione oltre gli orari. Domenico Policastrese che ha sempre cercato di far quadrare bilanci e conti e che sicuramente non avrà detto una parola davanti alla “votazione” inaspettata da parte dei colleghi che sembravano stimarlo, seppur provando una grande amarezza e delusione una volta messo davanti al fatto compiuto. Oggi dire “sono un giornalista” significa affiancarsi a qualche associazione, stare vicino a qualche potente per raggiungere una posizione di prestigio e ottenere ciò che si chiede. Un ricatto continuo che nulla ha a che fare con le persone che credono nella professione, persone che, come Domenico Policastrese, ci hanno sempre messo la faccia ed ora si trovano messe da parte come un vecchio straccio, specie adesso che il noumen è morto e di conseguenza meglio dividersi le vesti che stare ad aspettare.
Eugenio Radi