Crotone: basta piangere

Ad un mese esatto da quella maledetta notte del 26 febbraio a Steccato di Cutro, è tempo che la polvere dell’oblio si posi sulla vicenda del naufragio, che le luci dei riflettori si spengano e che la sovraesposizione del dolore dei crotonesi, manifestatasi in decine di cortei, fiaccolate e processioni, lasci il posto al silenzio . Adesso che la più piccola delle bare ha trovato l’abbraccio finale della nuda terra. E’ stato davvero terribile questo inizio d’inverno del 2023, mite e per nulla inclemente e che pure  ha recato cotanta sciagura sulla spiaggia dei cutresi. E’ accaduto quello che mai nessun essere umano avrebbe voluto, ma che sia accaduto proprio in quei luoghi, fa di questa tragedia l’avverarsi di una profezia e dunque sta proprio in questo la differenza tra i ben più gravi naufragi di migranti di  Lampedusa,  dove persero la vita 368 migranti e di  Natale del 1996 quando nei pressi di Porto Palo, in Sicilia, i morti in mare furono 283. La profezia è quella che fece sessanta anni addietro Pier Paolo Pasolini nella forma di una struggente poesia dal titolo “Alì dagli occhi azzurri”: “…Alì dagli Occhi Azzurri… scenderà da Algeri, su navi a vela e a remi. Saranno con lui migliaia di uomini … sulle barche varate nei Regni della Fame. Porteranno con sè i bambini, e il pane e il formaggio… Sbarcheranno a Crotone o a Palmi, a milioni, vestiti di stracci asiatici… Subito i Calabresi diranno, come da malandrini a malandrini: «Ecco i vecchi fratelli, coi figli e il pane e formaggio!». Ecco da “malandrini” noi crotonesi il 26 febbraio non abbiamo potuto abbracciare i “vecchi fratelli”, ma solo piangere i loro figli. Questo, Pasolini non era riuscito a profetizzarlo, forse perché è fisiologico che nell’erranza dei popoli non tutti gli esseri umani riescono a raggiungere la meta, per un motivo o per l’altro, nel caso in specie per un naufragio. Ma è pura e nitida visione profetica il dire : “…Da Crotone o Palmi saliranno a Napoli, e da lì a Barcellona, a Salonicco e a Marsiglia, nelle Città della Malavita.”. Al giorno d’oggi in quell’elenco di mete preferite, mancherebbero la Francia e la Germania, ma stiamo entrando già nella cronaca dei fatti, nella nuda realtà. E nella realtà c’è da chiedersi come mai un fatto di cronaca, la morte in mare durante le traversate dei migranti, purtroppo abbastanza ricorrente, abbia suscitato tanto clamore, al netto del giustificato orrore che reca in se un eccidio di vittime innocenti ovunque esso accada. Ma è avvenuto nella provincia di Crotone, sulla più pericolosa e solitaria delle rotte non battute da navi di soccorso delle ONG. La terribile vicenda, purtroppo, è stata da subito buttata in “caciara”, soprattutto politica, con violentissime accuse di responsabilità, di complicità ai limiti delle chiamate a correo con gli scafisti. C’è chi ha preso abbronzature fuori stagione per l’essere rimasto troppo a lungo sotto i fari dei cameramen catapultatisi a migliaia sul luogo dei fatti per raccontare le vicende, interpretate secondo la linea e l’orientamento politico degli editori di riferimento.  In sostanza, la mestizia è divenuta chiassosa quanto inutile esibizione; la ricerca del perché del naufragio è divenuta, da subito, dibattimento processuale e allestimento di forche. Cutro, e ancora Cutro al centro dei dibattiti televisivi come luogo dove è avvenuta la sciagura marittima. La grottesca conta di chi c’era e chi no, di chi poteva fare e non ha fatto è andata avanti per almeno due settimane e anche il Consiglio dei Ministri tenutosi a Cutro non è servito a placare gli animi, ad attenuare le polemiche, anzi…Ma giova ricordare che si contano sulle dita di una mano le volte in cui il plenum di Governo si è tenuto fuori da Roma. Quando è accaduto era per motivi inerenti questioni di carattere eminentemente nazionali: le linee di Governo (a Caserta nel 2007);  per l’emergenza rifiuti ( a Napoli nel 2008); per il terremoto ( a L’Aquila nel 2009); per l’emergenza sanitaria in Calabria (a Reggio Calabria nel 2019). A Cutro, invece, il 9 marzo del 2023 il Consiglio dei Ministri si è riunito per la questione del naufragio di migranti. Eppure non è bastato il gesto, di per se clamoroso, poiché la compagine di Governo è stata accolta da insulti, proteste, lancio di pelouche e cori inneggianti la lotta partigiana. E’ vero, i morti nel naufragio di Steccato di Cutro sono dei martiri, ma da qui a sostenere che il Governo ne è stato il carnefice ce ne corre, al netto delle legittime convinzioni politiche di ognuno. Non bisogna mai dimenticare che Lampedusa è, a sua volta, una città martire, cioè un luogo che patisce il martirio per le colpe di una Unione Europea che non sa, non vuole o non può affrontare il problema delle ondate migratorie, oramai trasformatesi in travaso di popoli. Il dopo 26 febbraio 2023 è storia che riprende e si ripete: cinque-seimila migranti sbarcati  in tre quattro giorni. Il tempo è clemente, la primavera sembra mantenere le sue promesse, il mare è calmo, si preannuncia un esodo biblico di migranti che arrivano “…sulle barche varate nei Regni della fame” . Le profezie sopravvivono anche ai secoli, ma oltre che una profezia, questa dei migranti, sembra essere una strategia e quindi è tempo di finirla e capire come difendersene: smettila di piangere, Crotone !

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