Informazione faziosa:a chi giova?

 

 

Da quando in Italia c’è al Governo un bicolore giallo- verde (Lega – Movimento 5 Stelle) non esiste più un giornale o telegiornale, un talk-show, che non dica peste e corna di quella coalizione scelta dagli italiani attraverso libere elezioni. Da “La Repubblica” sino a “Rakam mani di fata” passando da “Famiglia Cristiana” sino al “Messaggero di Sant’Antonio” , non c’è più un solo organo di informazione in grado di anteporre i fatti alle opinioni. E’ come se giornali e televisioni rispondessero a un editore unico, ancorché occulto, concentrati in una imponente e inusitata campagna di persuasione di massa, peraltro capeggiata da una televisione di Stato il cui azionista di maggioranza dovrebbe essere quella stessa coalizione di governo divenuta bersaglio quotidiano di contumelie e feroce discredito. Ove non bastasse, alla nutrita schiera delle “prefiche” si sono aggiunte le reti televisive private di nuova generazione. Per esempio: il talk show “Piazza pulita” condotto da Corrado Formigli su “La 7” si è trasformato in tribunale dell’inquisizione, laddove il Governo Salvini- Di Maio compare, in contumacia o meno, da condannato, a prescindere dai “reati” commessi o ascrittigli nel corso della settimana. Programmi e pubblicazioni faziosi, laddove questa caratteristica,la faziosità appunto, secondo alcuni, deriverebbe dal nome di un noto conduttore televisivo inviso a Matteo Salvini e che non è Bruno Vespa .Tutto questo non si era mai verificato, neppure ai tempi (recenti) in cui il governo tecnico prima e quello di Matteo Renzi poi, hanno fatto l’Italia a pezzi. Forse all’epoca l’”editore” lasciava un accettabile margine di libera scelta a giornalisti e conduttori, quindi le critiche si alternavano agli elogi nei confronti del governo, rendendo quantomeno accettabili articoli di giornale, telegiornali e programmi televisivi. In qualche modo l’illusione di un bilanciamento esisteva e forse, addirittura, c’era. Sta di fatto che i giornali non si vendono più, i telespettatori emigrano verso canali alternativi (a prescindere dai palinsesti che comprendono racconti e resoconti di chirurgia bariatrica o dermatologia avanzata). Stabilito che i proventi pubblicitari, i finanziamenti pubblici all’editoria ed il canone Rai rappresentano il sostentamento del cosiddetto “circo mediatico”; verificato che tale circo è a corto di attrattive (come quelli dove non ci sono esibizioni con animali) resta da chiedersi quale sia la sua vera fonte di sopravvivenza e quanto congrua essa debba essere per inglobare praticamente tutti i padroni di giornali e testate televisive. La domanda da porsi è dunque una sola: chi è “l’editore unico” che in Italia sta guidando verso il tracollo dell’attuale maggioranza di governo; quanti capitali sta investendo su questo “golpe mediatico” e, soprattutto, a chi giova quel tracollo pur sapendo che esso rischia di travolgere anche l’intero sistema dell’informazione per eccesso di faziosità ?

Antonella Policastrese

Una risposta a “Informazione faziosa:a chi giova?”

  1. “In qualche modo l’illusione di un bilanciamento esisteva e forse, addirittura, c’era. Sta di fatto che i giornali non si vendono più, i telespettatori emigrano verso canali alternativi (a prescindere dai palinsesti che comprendono racconti e resoconti di chirurgia bariatrica o dermatologia avanzata)”.

    Ben detto! Io lavoro in comunicazione da qualche anno (https://www.comunicazio.net/) e devo dire che in qualche modo i messaggi sono sempre un pò viziati – nella maggior parte dei casi a livello micro sono spintarelle che vengono fatte non rendendosene neanche conto. Per fortuna la tv sta diventando un mezzo sempre meno utilizzato!

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