Festa della Madonna di Capocolonna: piove

 

 

 

 

 

 

Per due anni niente festeggiamenti in onore della Madonna di Capocolonna a causa della pandemia. Nel 2022 arriva il via libera e tutto sembra tornare come prima, ma frattanto è divampata la guerra in Ucraina e quindi dalla curia si raccomanda sobrietà e si comanda che non devono esserci i fuochi d’ artificio per rispetto dei bambini ucraini già traumatizzati dal fragore delle bombe. Naturalmente sono le polemiche a scoppiare e il malcontento popolare a dilagare, non solo, come direbbe oggi il Vescovo di Crotone, quello da tastiera. Alla fine un privato finanzia lo spettacolo pirotecnico, come da tradizione, e tutto sembra tornare ai tempi della festa pre-covid. E siamo nel 2023, piove e si annunciano allerte che da gialle diventano arancione per poi stingersi ancora in giallo. Se la cosa fosse accaduta a ottobre, quando ricorre la festa dell’altro Patrono di Crotone, San Dionigi, tutto sarebbe stato accolto come una benedizione, ma a maggio è tempo di mietitura, non di semina, si va incontro all’estate e alla bella stagione eppoi non sarebbe stata  la prima volta che pioggia e festeggiamenti mariani coincidono; anzi, già la processione di sabato 13 maggio è stata disturbata dalle avversità atmosferiche. Ma stavolta c’era di mezzo un tragica alluvione, quella in Emilia Romagna e un ciclone che vaga per l’Italia, minaccioso quanto imprevedibile. Non restava che prevedere l’imprevedibile, nel limiti del possibile e delle capacità date agli uomini di porre rimedio alle avversità. A Paola, dove erano in programma i festeggiamenti per il Santo Patrono della Calabria, San Francesco, tutto è stato rinviato di una settimana: processioni, giostre, fiere, fuochi d’artificio, a Crotone invece no, si è andati alla ricerca di improbabili soluzioni e revisioni del programma quasi dimenticando che, parafrasando un celebre film, non può piovere per sempre. Tutto può essere rinviato, e la Festa della Madonna di Capocolonna era stata già rinviata per due anni e ce ne siano fatti tutti una ragione, sapendo che l’avere tempo è una delle consolazione divine che sono date all’uomo. Ma le cose sono andate diversamente a Crotone, si è cerato ostinatamente quel meglio che fatalmente è nemico del bene come se all’oggi non seguisse il domani ed  è finita male, anzi malissimo al punto che comincia  a farsi strada l’idea che qualcosa di brutto e di ostile si sia abbattuto sulla Festa dei crotonesi. Festa in tutti i sensi, sia religiosa che civile, perché anche il profano divertimento è legittimo. Dovevano essere giorni di spensieratezza e di gioia, ma anche giornate di profitto , atteso e invocato in una città dove tutto è diventato caro e costoso, come circolare con una automobile. Erano attese due navi di crociera durante la settima della festa e sono arrivate; anzi ne sono arrivate quattro di navi, le altre due erano di migranti. Tutto sembrava andare per il verso giusto, finalmente. La tradizionale fiera aveva trovato posto, e così pure le giostre erano entrate in funzione dopo la rituale e annuale polemica sui biglietti omaggio. Addirittura anche per il teatrino dei burattini sembrava che le cose si stessero aggiustando, giacché è da fine aprile che il tempo è inclemente e addirittura ostile. Poi l’allerta meteo che si è abbattuta sulla Festa, provocando però meno danni dell’incapacità del saper decidere e del saper trovare soluzioni, come se la festa fosse una cambiale che non si può onorare oltre il giorno della scadenza. I commercianti della fiera hanno pagato per i tre giorni di permanenza ma sono andati via allorchè è stata emanata un’ordinanza di chiusura poi ritirata il giorno dopo. Per le giostre, l’attesissimo sabato di puro incasso, terminata la mattanza dei biglietti omaggio, è stato impossibile rimetterle in funzione. Insomma, in tutto questo disastro economico, sociale, culturale per qualcuno è andata comunque bene, dal momento che cantante, promoters e tecnici dello spettacolo  sono riusciti a portare a casa la grana pattuita con il Comune per l’inattesa “marchetta” canora. Per  bar, ristoranti, pub, pizzerie, gelatai, pallonari, mastazzolari ed esercenti dello street- food (quelli che arrostiscono salsiccia e cipolla) è come se fossero tornati i tempi della pandemia e qualora avanzassero pretese risarcitorie per via delle ordinanze di chiusura e di riapertura adottate a poche ore una dall’ altra, la colpa ricadrebbe sulla pioggia, e sulla fretta che hanno avuto nel raccogliere armi e bagagli. I fuochi pirotecnici ? Rinviati in concomitanza con gli eventi della stagione estiva quando, presumibilmente, caleranno a Crotone una manica di cantanti sfigati e fuori corso per allietare le serate di crotonesi e turisti (cioè parenti di crotonesi che tornano d’estate a trovare nonne, zie e suoceri). Dopo quattro anni che la Festa della Madonna non va per niente bene, tra pandemia, proibizioni e meteorologia, c’è da chiedersi se a qualcuno non va bene che ci sia, oppure se la Sacra Vergine di Capocolonna non ne può davvero più dei crotonesi . Sarà davvero interessante sapere come andrà a finire a Paola, dove i festeggiamenti in onore di San Francesco sono stati prolungati e dilazionati nel tempo sino agli inizi di giugno, quando il terribile ciclone, si spera, avrà abbandonato l’Italia. Per salvarla la Festa dei crotonesi sarebbe bastato davvero poco: alzare il telefono e chiedere come si stessero regolando gli altri, perché tra parrocchie di solito ci si parla…

Antonella Policastrese