Fuochi, Puttini, E Brutti Anatroccoli.

Alla fine, con una manovra diplomatica degna di essere emulata nelle auspicabili trattative tra Ucraina e Russia, il primo cittadino ha annunciato che i fuochi d’artificio si faranno lo stesso al rientro del “Quadricello” da Capocolonna. I soldi per l’operazione li metteranno  FC Crotone e Fenimprese ricavandoli da un “Crowdfunding” finalizzato al sostegno dei bambini ucraini ospiti nel nostro territorio e, nei fatti, inventato per salvare capra e cavoli, con la volontà dichiarata di non alimentare divisioni e contrapposizioni tra chiesa e mondo laico. Ovviamente il Sindaco al contempo se n’è uscito dalla “maglia rotta” affermando che la municipalità non ci metterà neppure un centesimo per accenderli i fuochi. Si tratta della sconfitta, su tutta la linea, della dottrina pastorale di Monsignor Panzetta ? In parte si, poiché egli ha forse interpretato male i segni dei tempi e anche quelli del passato; un passato non molto lontano, riferibile a quando sul seggio episcopale sedeva Monsignor Giuseppe Agostino. Questi redarguiva ed esortava i crotonesi a essere ancor più festivi che festaioli durante il Mese Mariano, rimarcando il prevalere dei valori liturgici su quelli ludici, ma senza per questo lanciare anatemi e scomuniche conto giostre, bancarelle, luminarie e fuochi d’artificio, appunto. Durante la conferenza stampa, indetta nell’aula consiliare del municipio per annunciare l’iniziativa, è stato detto che il Presule è stato oggetto di pesanti invettive per la decisione presa, cosa che non va bene per niente dal momento in cui egli  avrebbe potuto trincerarsi nella necessità di non creare assembramenti dinanzi a una pandemia che non sembra essere ancora debellata. Ma non lo ha fatto, studiando, però molto male e forse in grande solitudine, soprattutto intellettuale, una strategia dei festeggiamenti che avrebbe scontentato l’intera popolazione all’idea che di netto si interrompesse un aspetto, purtroppo centrale della Festa, (non del suo sacro significato liturgico)  quello dei fuochi pirotecnici, avvenimento di cui facevano menzione anche “L’Eco di Capocolonna” e altre opere editoriali dedicate ai festeggiamenti in onore della venerata Icona. Se il Vescovo è stato insultato per la sua decisione, vanno porte le dovute scuse, ma rimangono degli aspetti irrisolti nel dibattito suscitato e anche nell’iniziativa privata pro/fuochi, alcuni di questi, cioè quelli salienti, riguardano l’aiuto all’Ucraina e ai bambini ucraini.  Qualche giorno fa su una nave di profughi africani, giunta nel porto di Crotone, sono venuti alla luce due creature; centinaia di migliaia di bambini sono arrivati in questo lembo di occidente sui barconi nel corso di almeno un ventennio, eppure essi non hanno mai avuto la stessa attenzione che adesso si dedica ai loro simili provenienti dall’Ucraina. Nell’offrire la mia “cinque euro” per la raccolta fondi pro/fuochi e pro/Ucraina, raccomanderei a chi gestirà le offerte di comprare un corredino a quelle due creature venute alla luce sul barcone; magari non hanno gli occhi azzurri, i riccioli biondi  e la pelle chiara, ma sono anche esse figli dello stesso Dio, quand’anche assomigliassero a brutti anatroccoli ancorché a delicati puttini d’altare. Eppoi, agli ucraini ci pensa già “Zio Joe Biden”, anche se per loro spende centinaia di miliardi in armi, pochi spiccioli per alimenti e medicine e neanche un dollaro per la pace, mentre le fitte nebbie sul terribile conflitto in corso nel centro dell’Europa stanno cominciando a diradarsi, svelando una inutile e pericolosissima guerra per procura tra Stati Uniti e Russia. Alla fine, con una manovra diplomatica degna di essere emulata nelle auspicabili trattative tra Ucraina e Russia, il primo cittadino ha annunciato che i fuochi d’artificio si faranno lo stesso al rientro del “Quadricello” da Capocolonna. I soldi per l’operazione li metteranno  FC Crotone e Fenimprese ricavandoli da un “Crowdfunding” finalizzato al sostegno dei bambini ucraini ospiti nel nostro territorio e, nei fatti, inventato per salvare capra e cavoli, con la volontà dichiarata di non alimentare divisioni e contrapposizioni tra chiesa e mondo laico. Ovviamente il Sindaco al contempo se n’è uscito dalla “maglia rotta” affermando che la municipalità non ci metterà neppure un centesimo per accenderli i fuochi. Si tratta della sconfitta, su tutta la linea, della dottrina pastorale di Monsignor Panzetta ? In parte si, poiché egli ha forse interpretato male i segni dei tempi e anche quelli del passato; un passato non molto lontano, riferibile a quando sul seggio episcopale sedeva Monsignor Giuseppe Agostino. Questi redarguiva ed esortava i crotonesi a essere ancor più festivi che festaioli durante il Mese Mariano, rimarcando il prevalere dei valori liturgici su quelli ludici, ma senza per questo lanciare anatemi e scomuniche conto giostre, bancarelle, luminarie e fuochi d’artificio, appunto. Durante la conferenza stampa, indetta nell’aula consiliare del municipio per annunciare l’iniziativa, è stato detto che il Presule è stato oggetto di pesanti invettive per la decisione presa, cosa che non va bene per niente dal momento in cui egli  avrebbe potuto trincerarsi nella necessità di non creare assembramenti dinanzi a una pandemia che non sembra essere ancora debellata. Ma non lo ha fatto, studiando, però molto male e forse in grande solitudine, soprattutto intellettuale, una strategia dei festeggiamenti che avrebbe scontentato l’intera popolazione all’idea che di netto si interrompesse un aspetto, purtroppo centrale della Festa, (non del suo sacro significato liturgico)  quello dei fuochi pirotecnici, avvenimento di cui facevano menzione anche “L’Eco di Capocolonna” e altre opere editoriali dedicate ai festeggiamenti in onore della venerata Icona. Se il Vescovo è stato insultato per la sua decisione, vanno porte le dovute scuse, ma rimangono degli aspetti irrisolti nel dibattito suscitato e anche nell’iniziativa privata pro/fuochi, alcuni di questi, cioè quelli salienti, riguardano l’aiuto all’Ucraina e ai bambini ucraini.  Qualche giorno fa su una nave di profughi africani, giunta nel porto di Crotone, sono venuti alla luce due creature; centinaia di migliaia di bambini sono arrivati in questo lembo di occidente sui barconi nel corso di almeno un ventennio, eppure essi non hanno mai avuto la stessa attenzione che adesso si dedica ai loro simili provenienti dall’Ucraina. Nell’offrire la mia “cinque euro” per la raccolta fondi pro/fuochi e pro/Ucraina, raccomanderei a chi gestirà le offerte di comprare un corredino a quelle due creature venute alla luce sul barcone; magari non hanno gli occhi azzurri, i riccioli biondi  e la pelle chiara, ma sono anche esse figli dello stesso Dio, quand’anche assomigliassero a brutti anatroccoli ancorché a delicati puttini d’altare. Eppoi, agli ucraini ci pensa già “Zio Joe Biden”, anche se per loro spende centinaia di miliardi in armi, pochi spiccioli per alimenti e medicine e neanche un dollaro per la pace, mentre le fitte nebbie sul terribile conflitto in corso nel centro dell’Europa stanno cominciando a diradarsi, svelando una inutile e pericolosissima guerra per procura tra Stati Uniti e Russia.