Tango.

Fiore purpureo, raccogliesti un giorno dal mio grembo.

Nella tua mano stretta, il frutto dell’amore.

Indossavamo la maschera della passione,da tenere  celati i nostri volti.

Chi eravamo io e te. Ebbri, storditi da sguardi, che si insinuavano sin dentro l’anima  e

con bramosia si univano.

I nostri giorni si insinuavano tra le pieghe di corpi.

Brivido che attraversa la schiena, mani che frugano ovunque

inerpicandosi tra i rivoli di sensi, per placarsi tra ardenti baci, tali da rubare il respiro

Spirali di fumo, avvolgevano il tempo, immobile su di noi

senza avvertire i morsi del suo passaggio.

Non volevo lasciarti andare. Non volevi lasciarmi andare.

Ma la rosa sfiorì. La stringesti così forte, da perdere ogni petalo che cadeva dal tuo pugno

per cadere  sulla terra bagnata di pioggia.

Di essa nulla rimase,se non uno stelo privo di bocciolo