Tsipras: nel leader il destino di un popolo

 Nel discorso di Pericle, tenuto agli Ateniesi nel 461 a.c. si legge” Qui ad Atene noi facciamo così. Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi e per questo viene chiamato democrazia”. Il governo di Tsipras sta seguendo alla lettera questo principio insito nello spirito di una cultura, che ha messo le scarpe al mondo e che non può morire per via di banche e di mercati, per dare potere alle oligarchie, soffocando il diritto di un popolo ad esistere e determinarsi. Le speranze di questa Europa erano tantissime: purtroppo alla luce di quanto accade ci siamo svegliati un giorno e ci siamo accorti che più che di diritti, si parlava di mercati, più che di welfare, di finanze e banche, mostri sacri  dalle sette teste, che tutto divorano e nulla lasciano in vita, se non forzieri  simbolo della ricchezza  di pochi ” Ci è stato insegnato di rispettare quelle leggi non scritte, che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto, e di ciò che è buon senso” Così diceva sempre Pericle.  . Ma che fine hanno fatto i principi fondanti , se un  sistema di valori è stato  sacrificato per regole alterate, che non tutelano un’umanità dolente ,ma ne fiaccano ogni idealità!   Indifferenza ed ignoranza , dominano sovrani;pur tuttavia  la Grecia brilla come un faro  su  un’ Europa egoista, che guarda solo alla massimizzazione dei profitti. Ci eravamo illusi che con la globalizzazione non si sarebbe parlato più di nord e sud. Pia illusione, se attualmente non esiste  un unico stile di vita da condividere   con tutti i cittadini dell’Unione Europea.Le scelte dei paesi del nord influiscono purtroppo sui paesi dell’area del Mediterraneo, ai quali viene imposto di pareggiare il bilancio, che significa austerità, privatizzazione di servizi, come l’acqua ad esempio, ed interessi salati da pagare sul debito… Ne sappiamo anche noi qualcosa in Italia,  per una sanità appannaggio dei ricchi, o di una scuola che si vuole declassare riducendola  ad un centro di formazione professionale, o di uno Stato che ha perso la sua funzione e rischia di diventare un’azienda sottoposta alle leggi di mercato.E così tra questo dilemma della crescita, si acuisce il conflitto tra ricchi e poveri, che fa pendere la bilancia solo dalla parte di pochi, che detengono nelle loro mani la ricchezza di tutto il pianeta. Involuzione di costumi, perdita di identità, invece che crescita determinano  disordini e guerre. Difronte ad un simile scenario dunque,  comincia a farsi strada la convinzione, che quest’Europa così come si è strutturata, è un nodo scorsoio intorno alla testa di ogni singolo Stato che ha perso sovranità, ceduta in nome di una moneta straniera,servita  potenziare solo gli interessi di una Germania sempre più forte. Sarà per questo che i Greci hanno deciso di dire no alla perdita di libertà, in cambio di aiuti che hanno il sapore di un ricatto da parte della Troika, della BCE e del FMI. Eppure i magnati dei conti, gli esperti della finanza ,dovrebbero saperlo che è la democrazia a rendere più forti gli individui e che la sua perdita non genera nè crescita, nè libera impresa.Di conseguenza in questo clima di tutti contro tutti, cresce la  sfiducia nella politica, colonizzata da un sistema compromesso. L’unico leader che ha avuto il coraggio “di sfidare l’impero della finanza, “con signorile baldanza” è Tsipras leader  coraggioso ed audace che  vorrebbe adoperarsi per fuggirla la povertà e ridare decoro a cittadini che stanno soffrendo le anomalie di una crisi, priva di   virtù, valore, speranza. Come diceva Pericle, la felicità sta nella libertà e la libertà nell’indomito coraggio. Tsipras rappresenta lo spirito di una cultura che difronte al pericolo non indietreggia