Europa: Grecia e Italia sempre più al palo

 

La Grecia ha ricevuto la seconda tranche di aiuti di sette miliardi di euro. I mercati hanno brindato, Tsipras nei sondaggi è volato. Peccato che a strisciare con la pancia a terra siano i greci, che nonostante i tagli a cui sono stati sottoposti vedranno ridursi maggiormente le pensioni e dovranno attendersi l’aumento dell’Iva che inciderà enormemente sulla vita dei nullatenenti. Tsipras continua a camminare sulle rovine della sua gente, mentre corre in braccio ad una Merkel espressione di un’Europa simile ad un Impero. Siamo ritornati ai tempi dell’impero e dei feudatari. Feudatari sono i governi dei paesi membri, che agiscono per ridurre il debito , andando ad incidere sulla vita della gente. I feudatari non hanno nulla da temere. Nei loro castelli vivono tra agi e lusso,  mentre i villici che si trovano tra le mura del castello lavorano le terre del signore ripagandolo con il raccolto e tenendo per se un pezzo di pane duro. Di rimando il feudatario paga la decima e le tasse all’imperatrice, che esige soldi da riscuotere attraverso i satrapi. Nell’era della tecnologia e del progresso siamo ritornati indietro per quanto riguarda lo organizzazione sociale e i diritti di tanta gente che deve lottare con i mostri della fame e della disoccupazione galoppante. Una situazione analoga alla nostra, dove viviamo problemi analoghi presentati di volta in volta come quasi risolti. Intanto i licenziamenti avvengono in un silenzio tombale e  il lavoro per i giovani è diventato un optional, ma  il nostro governo ubbidisce a diktat precisi per che gli uomini che occupano poltrone dorate non vogliono  essere disarcionati e perdere privilegi. Sempre più spesso si parla di problemi strutturali per ridurre un debito, arrivato secondo alcune stime al 130% rispetto al pil, e riforme da attuare dove con questo termine si intende la vendita degli asset dello Stato e degli enti locali con tutto il patrimonio che Il nostro Paese possiede. Insomma vendiamo tutto quanto è possibile compresi magari anche i monumenti con la scusa di affidarli a società private ed andare pertanto verso un inesorabile declino che da tempo abbiamo imboccato. Risolviamo così la riduzione del debito senza toccare pertanto i costi di un parlamento fatto di cortigiani ed amici che godono di privilegi e non si preoccupano minimamente di affrontare i problemi della gente comune. Che importa se i salari vengono ridotti, le pensioni eliminate, sono questioni che non intaccano il vivere di chi in parlamento prende uno stipendio con cifre a più zeri. L’Europa cosa rappresenta se non la morte della speranza e la decadenza del bel Paese che sta per disfarsi anche  della compagnia di bandiera e con i becchini nominati avrà il compito di venderla a prezzi stracciati alla Germania? Ci siamo svegliati un giorno e ci siamo accorti che tutto quello che avevamo conquistato lo abbiamo perso in pochi istanti. Stiamo per sprofondare sempre di più,  incapaci di reagire e mandare a casa chi ancora tra un mare di balle continua a turlupinarci .