Aeroporto pitagorico: rimarrà un nome, un punto nel cielo luminoso della sera.

“Campa cavallo, che l’erba cresce”. L’attività della riapertura del S. Anna, si potrebbe riassumere con questo semplice proverbio popolare. Peccato che il cavallo nel frattempo, sia cresciuto così tanto, da non avere più erba a sua disposizione e c’è il serio rischio che possa morire di fame. Nonostante la lunga telenovelas che ha scandito le varie fasi di una possibile riapertura dello scalo pitagorico, la notizia è che Sacal unico gestore dei tre scali calabresi ha ingaggiato una holding austriaca per volare. In pratica una specie di Uber dei cieli, che quando entrerà in funzione, solo allora ci farà sapere come si vola, quanto costerà volare e che tipo di aeromobile verrà messo a disposizione dell’utenza. C’erano stati strombazzamenti che annunciavano ai crotonesi, l’apertura dello scalo crotonese entro il 1 dicembre. Oggi viene sottolineato che quell’uno era comprensivo di un altro uno, per cui la data è stata spostata all’11 dicembre. Non ci meraviglierebbe il fatto se l’apertura dello scalo arrivasse sotto la neve con Babbo Natale per regalare ai crotonesi il sogno del volo. Dalla Sacal bocche cucite:nessuno deve sapere, specie l’associazione “Crotone deve volare” che insistentemente ha sempre chiesto di prendere in visione un piano industriale al momento fantomatico, poiché non sappia la destra ciò che fa la sinistra. Senza acqua la papera non galleggia e in assenza della visione delle carte siamo davvero in alto mare, non ci manca ora che lasciarci andare. A pensar male non si sbaglia e davanti a questa alta montagna di balle a noi pare che l’unico a guadagnarci sia l’aeroporto di Lamezia, e di conseguenza la Sacal. Lasciare tutto in mano alla Sacal non è stata di certo una buona idea, ma Crotone si sa ha una classe dirigente più cieca delle talpe e le scelte fin’ora fatte sono dubbie, lesive per un territorio che rischia di rimanere tagliato da tutto.I cittadini continuano ad essere trattati come zoticoni con l’orecchino al naso ed è inutile chiedere: ciò che si decide a monte rimane top secret a valle. Intanto ci sono solo promesse, chiacchiere perché si vuole solo prendere tempo. Con la piega che stanno prendendo gli eventi, si tratta per il momento di dare a noi crotonesi la zolletta di zucchero per indorare la pillola, aspettando poi di aprire lo scalo di Sibari dal momento che Corigliano e Rossano si sono fuse, dando vita alla terza città della Calabria, per cui quando verranno a dirci che lo scalo crotonese non sarà competitivo, dovremo tirare i remi in barca e continuare a tenerci anche quest’altro smacco.