Crotone: navi e sogni

A Venezia, per esempio, lo stesso problema lo stanno vivendo in maniera diametralmente opposta rispetto a Crotone: le navi da crociera non ce le vogliono in laguna e tantomeno vogliono tutti i turisti che fanno tappa nella città più bella del mondo. Almeno quelli che soldi non ne hanno abbastanza per prendere alloggio in albergo e andare a mangiare in ristoranti e trattorie e che quindi dormono, mangiano e fanno i bisogni sotto i ponti e nelle calli. La municipalità ci rimette in tali casi e siccome il trend turistico del capoluogo veneto sta diventando questo; i soldi che si devono spendere per pulire la città, rimuovere il sudiciume che lasciano questi “hooligans” della vacanza low-cost, sono molti di più di quelli che i veneziani incassano. E va bene che i fatti accennati sono freschissimi e risentono del clima carnevalesco che si respira in questi giorni a Venezia; ma pur sempre di problema si tratta ed esso va ad aggiungersi a quello, ben più datato, dell’”inchino” delle navi da crociera davanti Piazza San Marco, contro il quale sono sorti dei comitati spontanei di cittadini. Magari li avesse tutti quei turisti e quelle navi inchinanti la città di Crotone; però si fa quel che si può, ci si accontenta della sosta di quei giganti del mare e si è talmente contenti che, molto tra virgolette, non si bada a spese per accogliere degnamente i passeggeri che da quelle navi discendono per trascorrere qualche ora sulla terraferma nella città di Pitagora. Un paio di bus per un breve tour attendono i croceristi sul molo, mentre all’attracco riecheggiano nell’aria tarantelle e balli a cura di gruppi folk. Un giro in città, dove vengono allestiti degli stand con prodotti tipici locali; visite guidate ai (pochi) monumenti esistenti; all’area archeologica del Lacinio e al museo di via Risorgimento. Poi, verso l’imbrunire, il gigante di turno lancia il suo urlo di commiato e lentamente prende il mare. Quanto avrà incassato la città da operazioni “turistiche” come questa ? Certamente nulla, anzi ci ha speso dei soldi, ma sicuramente ben sapendo che attività come questa dell’accoglienza di navi da crociera è un investimento per il futuro; una operazione di marketing turistico, come si suol dire. Eppure, in occasione dell’arrivo della nave americana “Viking Sky”  lunedì scorso, qualcuno si è sentito escluso e comunque non coinvolto; si tratta delle associazioni di categoria dei commercianti, le quali hanno accostato l’dea dei selfies (quelli degli amministratori e dei politici locali) a quella delle loro saracinesche chiuse. Insomma, sentire che qualcuno litiga per colpa di una nave che approda nel porto di Crotone, è roba che non accadeva dai tempi in cui al Molo Giunti attraccava la mitica “Symandou”. Ma all’epoca erano ben altri i motivi delle contese e ben diverse erano le ragioni dell’attesa di quell’arrivo.  Tuttavia, nella preparazione e nella comunicazione dell’evento; quindi nella relativa presa di posizione in merito, da parte di ConfCommercio e ConfEsercenti, non traspare affatto la natura (quale dovrebbe essere) promozionale di quanto predisposto dalla municipalità e dall’agenzia che fa transitare le navi (il piano di accoglienza  dei croceristi). Si parla dunque di opportunità tout-court che tradotto significa che i passeggeri delle navi, girando per Crotone, spendono e spandono. Quand’anche fosse così, illudersi che delle pioggerelline una tantum possano riempire i pozzi profondi,ma disseccati, dell’economia locale, fa dispiacere assai e infonde poca fiducia in una effettiva ripresa. Non se ne abbia a male nessuno: ma se il commercio, il sistema alberghiero e della ricettività in genere mettono speranza sulle quelle pochissime occasioni, che vanno dalla presenza di croceristi (per mezza giornata) alla organizzazione di eventi sportivi; su campi di calcio o di regata che siano, allora siamo messi davvero male. Fatta salva la preziosità dei contributi offerti alla causa comune, che è la ripresa economica  della città, appunto, siamo davvero sideralmente lontani da un reale incremento della ricchezza e del Pil su base locale grazie all’industria turistica. Non esiste una continuità dei flussi tale da poter affermare che quella rappresenta una realtà produttiva. Nel caso di Crotone, è come se una fabbrica producesse quando capita, quando ci sono le materie prime e non, invece, a ritmo continuo. Nonostante questo, va comunque lodata la buona volontà ; la capacità di creare delle occasioni e lo spirito di dedizione dimostrato nel corso degli anni da quanti hanno sposato la causa. Ma si tratta pur sempre di test, e in questa logica bisogna, in un modo o nell’altro, rientrare. Ben vengano dunque operazioni come quella di accogliere delle navi da crociera o di organizzare dei grandi eventi sportivi per far arrivare a Crotone più gente possibile. Tuttavia, va dato atto che il più grande degli eventi sportivi, derivante dalla disputa di un campionato di calcio in Serie A, di gente ne ha portata tantissima in città, ma solo perché è arrivata la prima in classifica. Qualche giorno dopo, quando allo stadio comunale giocava la Roma, che occupa la seconda posizione in classifica, le immagini diffuse degli spalti vuoti sono state impietose.

Antonella Policastrese