Democrazia a rischio

Ultimamente ,a me pare che il vero presidente del consiglio italiano sia Mario Draghi. Un uomo abituato a stazionare nelle stanze di un potere finanziario, che ha concentrato nelle sue mani ogni decisione che riguarda il nostro Paese. Dopo il QE, creato per far circolare denaro nei forzieri delle banche per metterle al sicuro, va ripetendo il mantra che bisogna cedere sovranità a favore di quest’Europa e che la politica di monetarizzazione va portata avanti, in quanto un passo indietro non è possibile. Un’Europa quella della Troika e dei burocrati, che continuano ancora oggi a chiedere riforme per risanare il debito senza sforarne i parametri stabiliti. Ovviamente per portare avanti questo scellerato progetto, che mantiene in vita solo l’oligarchia finanziaria, l’Italia si sta avviando verso una perdita della Democrazia ed una rottamazione della Costituzione, che dovrebbe essere concepita come un’insieme di leggi che riguardano i mercati, la finanza, le grandi multinazionali. Tutto ciò è possibile grazie ad un uomo che per ambizione personale ha dato vita al partito Unico e retto da uomini appartenenti a grossi gruppi imprenditoriali, sta andando all’assalto della fortezza Italia. Intanto la tassazione da noi è diventata insostenibile, e pur di far cassa e spremere inermi cittadini, che si stanno trasformando in sudditi, si inventano tasse anche sull’ombra che una tenda di un esercizio commerciale riflette sul marciapiedi. Tutto creato ad hoc per immiserirci, quando la cosa più facile da fare sarebbe non pagare gli interessi sul debito, ed utilizzarli per servizi e far ripartire l’economia reale. Ciò per cui non ci si intende e che ci sta penalizzando oltre ogni misura, è che se ci fosse una sana e compiuta democrazia si punterebbe all’economia reale e ad un’equa distribuzione della ricchezza. Ma la finanza è la finanza e se per mantenerla in vita bisogna far collassare una classe sociale non ha importanza. A la guerra come alla guerra