Bergoglio e la Corruzione

Il Papa continua la sua opera di evangelizzazione, accogliendo i fedeli sotto il mantello della Misericordia. La sua tappa oggi a Napoli: Sud martoriato, terra violentata dall’ingordigia di uomini del malaffare che rischiano di sradicare le radici sane nel terreno  con comportamenti poco consoni del vivere civile. La terra dei fuochi, inquinata, per rifiuti che ne hanno avvelenato il terreno, non poteva rimanere fuori dalla sguardo di un Pontefice che deve misurarsi con  l’oppressione dei vizi e di una corruzione che riporta alla mente l’antica Babilonia. Papa Francesco venuto dalla fine del mondo accoglie nel suo abbraccio la miseria degli uomini, sopraffatti dalla  violenza in una società  che ha smarrito il senso dell’esistenza ed  ogni capacità di bene. Francesco è il papa dei diseredati degli ultimi, per i quali le sue parole diventano carezza che consola,  seme che vuole dare frutto senza lasciarsi soffocare dalla gramigna di  una corruzione  che sfrutta  i poveri e li condanna a rimanere  ai margini; colpa di politiche che  si occupano della ricchezza di pochi, parlando il freddo ed asettico  linguaggio della finanza . Siamo considerati numeri  in virtù di tasse da pagare, e i giovani continuano a rimanere  esclusi da ogni ciclo produttivo. Un ciclo dentro il quale qualcuno ha fatto prima ad invecchiare che entrarci dentro, accontentandosi oggi di guardare scorrere la vita come dietro i vetri di una finestra sbarrata. Non è un caso che oggi Francesco abbia parlato la lingua dell’umanità dolente, del significato della parola uomo, coniando un termine che rimarrà ben impresso nella mente di quanti oggi lo ascoltavano: “la corruzione spuzza”. In pratica la corruzione di questo tempo, divenuto malcostume ,è come una carogna in decomposizione,  che si sta putrefacendo. Ed   a “spuzzare” sono i corrotti che attraverso il loro agire stanno minando il Bene Comune. Semplici e poveri si ritrovano sempre più spesso nelle parole di un Pontefice che non modera i termini e chiama per nome i mali del nostro tempo e di chi li provoca. Ingiustizie, tagli fatti nella carne viva   degli ultimi, lasciando lividi sull’anima, che rischia di spegnere la speranza. Ed in nome della speranza  il Papa usa con i diseredati parole appassionate, ricche di sentimento , in nome di un  cambiamento   che passa attraverso il cuore di ognuno di noi. Non è un caso che Francesco, il grande Apostolo del Bene, inviti i criminali a pentirsi per ricercare Verità e Giustizia. Troppi gli abusi che si trasformano in tirannia e  mal costume che solo una passione  politica sincera può arginare.  Non avere lavoro ruba ai giovani il futuro, li fa sentire degli scarti, perchè come Francesco sottolinea,viviamo in un sistema economico che scarta la gente. Un sistema economico che come l’Apostolo di Dio dice, ricatta per bisogno chi si vede costretto ad accettare   un lavoro  a 600 euro al mese per undici ore lavorative . Sfruttamento e prevaricazione comportano schiavitù ,perdita di dignità; è necessario pertanto  difendere un diritto sacrosanto che nessuno si  può sognare di negare. Il Papa venuto da lontano, non poteva mancare di abbracciare  Napoli, una città da troppo tempo ferita, maltrattata, in mano a persone prive di scrupoli,  ma che non vuole cedere e con   la passione che la contraddistingue  e veracità di sentimenti, oggi si sente rappresentata da un evangelizzatore  che  sta dalla parte degli ultimi,  non certo dei potenti e di un potere terreno che prima o poi diventa decrepito, per essere spazzato via come un fuscello nel vento.