Elezioni in Sicilia: vince l’accozzaglia

I veri vincitori della campagna elettorale in Sicilia sono i Grillini. Da soli, come movimento, hanno ottenuto il 34,7% rispetto a Musemuci che ha ottenuto il 39,8% ,ma con liste di coalizione. Il vero sconfitto è Renzi che ha avuto il potere di resuscitare la Mummia, Berlusconi, che adesso si propone come la vera forza di governo capace di sconfiggere i Cinque Stelle. Il 34,7% di Cancelleri registra un consenso conquistato, nuotando in mare aperto e sfidando le tempeste. Non è facile avere un sistema contro, essere denigrati continuamente, ignorati e con un’informazione mainstream che da tempo osanna e racconta le mirabili gesta di uomini che, simili a sanguette, si attaccano a un corpo sano per indebolirlo, che nonostante tutte resiste all’inquinamento  dei parassiti. Come dicevamo, Renzi passerà alla storia come colui che per ambizione è riuscito a distruggere il giocattolo, che ancora continua a baccagliare e non ha intenzione alcuna di mollare. Ci sono stati segretari del Pd che si sono dimessi per molto meno e sentire i suoi sghei legittimarlo, perché Renzi è un segretario uscito fuori dalle primarie, fa venire la pelle d’oca. Chi arriva al potere difficilmente vuole mollare e fa di tutto per rimanere e contare, anche se la sconfitta è stata cocente e la maggioranza degli italiani non vuole sentirlo nemmeno nominare. Cosa succederà da ora fino alle prossime elezioni politiche? Certamente si riproporrà il quadro delle accozzaglie politiche, grazie ad una legge elettorale che premia le coalizioni e si ritorce contro il Movimento 5 Stelle, che non si allea con gli affaristi e gli speculatori e porta avanti in solitaria le proprie strategie, denunciando  malversazioni e intrallazzi. La legge elettorale, che dovrebbe essere dichiarata incostituzionale per quanto riguarda il metodo, è stata concepita per eliminare una volta per tutte il Movimento e chi lo rappresenta. Nonostante tutto, quanto avvenuto in Sicilia non destabilizza le geometrie e alchimie politiche di quanti a tavolino si sentono da sempre classe dirigente ed ignorano i bisogni le aspettative del paese reale. Ciò che succederà da ora fino alla prossima tornata elettorale sarà da ridere, specialmente su territori dove i discendenti della sacra progenie agiscono come meglio credono, elargendo favori ai propri accoliti.

A Crotone, ad esempio, dove il sindaco è supportato da un Richelieu, si dovrà capire in che modo presentare alla Camera i pupilli dell’uomo ombra, come farli rientrare nelle alleanze e di conseguenza farli eleggere.

Crotone, dove i conflitti di interesse non si sa che roba siano e Cantone sembra aver preso una bella Cantonata, se due dirigenti dell’intoccabile feudatario,  vengono inseriti nella pianta organica del Comune senza concorsi perché troppo bravi e indispensabili da premiare con 85 mila euro all’anno. In pratica quaggiù, nella terra del vassallaggio dove per una polpetta si diventa fan sfegatati  di Richelieu, alla fine il consenso premierà gli affaristi e coloro i quali muovono le pedine sicuri di vincere non una sola partita a scacchi.

Siamo ripiombati nel più becero dei clientelismi ed assistere impotenti a questo degrado umano non fa di certo bene.

Da queste parti si dice “chi ha ferri fa chiodi”. Grazie a questa nefasta legge elettorale i possessori di chiodi continueranno ancora a vendere ed arricchirsi speculativamente senza che i loro affari siano intaccati.

Si parla di mafia nelle istituzioni ma chi la legittima se non una politica serva dei poteri forti?