Vita da cani. Abdul, il randagio

 

 

Oggi primo luglio. Crotone fasciata da un caldo asfissiante  in questi vicoli angusti e stretti si è svegliata con un ragazzo di colore sfrattato e messo come i cani randagi alla porta. Con i suoi stracci Abdul(nome di fantasia) ha dovuto fare i conti di cosa significhi trovarsi su un giaciglio di fortuna   e per tetto un cielo ostile e nemico, nonostante sia arrivato a Crotone, chissà con quante speranze e la possibilità di una vita migliore. Di migliore in questa storia non c’è nulla, se non la cattiveria umana ad eccezione di una persona che sa cosa significhi essere madre, ed ha cercato in ogni modo di dargli qualcosa da mangiare e acqua da bere. Noi crotonesi della vecchia generazione siamo così: difronte ad un problema reale ci prodighiamo come possiamo, perché sappiamo che la vita umana ha un valore e che ogni persona non può essere derisa e offesa nella sua dignità. Bianco, nero giallo, la sofferenza non ha colore, è uguale per tutti e tendere una mano a chi ne ha bisogno diventa un fatto normale per chi ha tanto sofferto e sa di cosa significhi essere in difficoltà. I gesti di carità, sono come fiori spontanei, nascono dal cuore e per vivere hanno bisogno solo di aria e luce. Abdul con tutti i pochi stracci si era ritagliato uno spazio dove evidentemente stava cercando di capire dove andare e dove rifugiarsi. Abdul a Crotone da due mesi, non parla italiano ma solo inglese e dopo aver interagito con lui, gli spieghiamo che ci attiveremo per trovargli una sistemazione temporanea. Ci mettiamo all’opera contattando Croce Rossa, Agorà, Curia, Caritas, servizi sociali, ma tutti si stringono nelle spalle e le ore passano il caldo continua a montare e noi siamo al punto di partenza. Eppure in questa città se provi a dimostrare perplessità rispetto a tutti gli sbarchi, vieni azzannato al collo e tacciato di razzismo, leghismo e chi più ne ha più ne metta. Peccato che una come me ,considerata razzista si sia trovata a voler fare qualcosa per questo ragazzo e chi doveva premurarsi ha fatto prima a sbattermi la porta in faccia, invece di aprire quella del proprio cuore. Per farla breve sulle 16,00 circa, quel ragazzo ,considerato una monnezza puzzolente dai miei vicini,  è stato portato in questura perché qualcuno malignamente aveva segnalato che Abdul spacciava droga e mentre era in questura i suoi stracci sono stati caricati sul furgoncino d’akrea e portati in discarica. Forse se si poteva accompagnare anche lui al cassonetto, avremmo risolto il problema ,ci saremmo liberati di un ingombro e le nostre coscienze sarebbero ritornate linde e pinte. Tante associazioni, tanti buonisti che evidentemente lucrano sulle difficoltà altrui e che sono del parere che senza soldi non se ne cantano messe. E questa sarebbe una città solidale, questa sarebbe la patria di Pitagora, della cultura, e di una storia che risale agli albori della civiltà? No. Crotone è una città che ha perso tutto anche l’umana pietà e che riesce a vivere grazie ad un incredibile egoismo e qualunquismo