Crotone, una città al minimo

la-parranzla-beach-clubAeroporto, strade, ferrovia, mancata bonifica o meglio bonifica parlata ma attuata a spizzichi e bocconi. Dipende sempre tutto dall’interlocutore di turno e da una classe dirigente simile a un calesse, non  adeguata a raccogliere le sfide del momento. Mentre Reggio Calabria diventa sempre più una realtà in evoluzione con sistemi ferroviari veloci Crotone guarda e sospira in un angolo un futuro negato, sempre più immersa in acque stagnanti da cui sembra difficile venir fuori. In città si respira un clima d’incertezza, di stanchezza e di abbandono. Colpa di una mentalità che, nell’era delle intelligenze artificiali, stenta a cambiare, forse perché si è convinti che alla fine è meglio curarsi dei propri interessi, del proprio orticello, adeguandosi e cercando di stare dalla parte del vincitore. Eppure, mentre in passato c’era la possibilità di aprirsi un varco in mezzo alla palude, oggi non si è capito che stare all’ombra di grandi vecchi presuppone la fortuna individuale di qualcuno, senza un minimo di ricadute per chi anela e spera in qualcosa per sè. Dopo l’elezione della nuova Amministrazione Comunale, si era sperato in un mondo nuovo e non nella zuffa tra barboni, come sta accadendo miseramente oggi. Il nuovo Sindaco faceva parte di una lista civica che aveva sbaragliato prepotentemente la candidata del PD, come se la città volesse aprire le finestre per far entrare aria nuova. Ma, ahimè, alla luce di quanto accade ci si sta ricredendo su molte cose. Come la bonifica ad esempio, diventata appannaggio di un Governatore che deve metterci il becco e decidere come e quando i quattrini (ammesso che ce ne siano) verranno ripartiti. E così, mentre in città ci si sente ancora fregati per l’ennesima volta, si devono fare i conti con  un Presidente di Regione considerato un padrone che non decide in base ai bisogni di questo territorio spogliato e misero. Nonostante ciò,  guarda caso, ci si ricompatta sulle ragioni del Sì, per far pace e lasciare cadere ogni tipo di beghe. Non si capisce il perché di una tale scelta, tipicamente appannaggio del Pd di cui fa parte il Governatore e non è chiaro a chi porterà giovamento, perché, seppure Renzi stia calcando più volte il suolo di Calabria, Crotone non è lontanamente nei sogni di un Governo regionale, figuriamoci nazionale. Si continua a giocare sulla pelle della gente,  mentre chi guida i giochi sa perfettamente che una vagonata di voti anche su Crotone determinerà l’alzare la voce non per la città ma per acquisire poteri e vantaggi. E così la bonifica non ha visto fin’ora la schiera d’operai che avrebbero dovuto lavorare  e smantellare quei mostri metallici,  che comunque sono stati a poco a poco smembrati , ma non si capisce bene da chi. Nel silenzio tombale e complice di quanti avrebbero dovuto interessarsi alla questione, Sindyal si è adoperata a utilizzare strumenti e forse pochissimi uomini per smantellare ciò che c’era. Il resto invece continua ad essere materia di incontri segreti, tavoli ad alti livelli escludendo questa realtà martoriata che non ha nulla se non una scopa e una ramazza per lavare a terra. Si parlava di un futuro radioso dopo lo smantellamento delle fabbriche, di un’area come quella dell’antica Kroton che avrebbe dovuto fare invidia a Pompei e mentre ogni giorno c’erano comunicati stampa di soldi che si contavano e si dovevano spendere,  corsi di formazione  per vedere all’opera i nuovi indiana jones  siamo ancora qui a vedere il nulla e assistere indolentemente alla caduta di una città che vorrebbe compierlo lo scatto di reni ma rimane immobile, ferma. Il gioco della cartuccella qui è sempre andato bene per Muciolino  che nelle strade ha giocato e vinto e non è un caso che ciò che Syndial ed Eni concederanno sono pochi spiccioli e un teatro del Sole, per venire incontro al desiderio dei Crotonesi che amano esibirsi. Verrebbe da dire che chi ci osserva ed agisce ci conosce bene e si muove sfruttando le nostre illusioni, la nostra voglia di apparire, tanto  da pensare che la cultura sia solo questo. E così, mentre i politologi locali simili a tromboni scordati  si riuniscono in salotti o concedono interviste o fanno convegni, la città continua a essere subissata da una valanga di parole che rotolano fino a disperdersi. Incredibile assistere a questa continua presa per i fondelli, a questo lasciarsi plagiare senza reagire, prendendo per buono quanto ci viene proposto, pensando che sia la panacea di tutti i mali possibili.  Mentre infiliamo la testa sotto la sabbia come gli struzzi la città, lentamente come un viandante, vaga senza meta, sognando un riscatto che ci si augura possa diventare realtà