Flixbus in pericolo: rischia di sfumare la possibilità dei viaggi low cost

 

L’Italia è un paese per vecchi o, quanto meno, non è un paese per giovani, soprattutto se poi questi giovani sono disoccupati e squattrinati. E’ da qualche tempo che giornali, social e notiziari danno spazio alla questione dei servizi di trasporto supportati dalle App, primi fra tutti Uber e Flixbus. Lasciando un po’ da parte Uber che sembra “sfruttare” i parcheggi riservati ai taxi senza sborsare un euro (cosa non proprio onestissima a mio parere), tutti si chiedono per quale motivo mai Flixbus, che le tasse le dovrà pur pagare per poter transitare nelle autostazioni, sia stato attaccato allo stesso modo.

Per coloro che non conoscono questa compagnia, Flixbus è un operatore della mobilità  fondata da tre giovani imprenditori a Monaco di Baviera; chi sceglie Flixbus è soprattutto la fascia dei giovanissimi, in particolare studenti, perchè la compagnia offre una serie molto ampia di tratte a prezzi realmente competitivi. Viaggiare, per esempio, da Perugia a Roma costa 5 euro a persona con Flixbus, contro i 17 euro pro capite di “altra compagnia”. E’ fuori discussione la preferenza accordata alla compagnia dei bus verde-arancione da parte di giovani squattrinati che comunque hanno l’esigenza di raggiungere la città sede dei propri studi. Senza contare poi la comodità dell’uso di un app semplice, intuitiva e che si prende la briga di avvisarti su qualsiasi variazione di orario, di percorso e che addirittura ti offre indicazioni per raggiungere la fermata.

Nel decreto Milleproroghe recentemente approvato dal Parlamento Italiano, è presente una norma “anti-FlixBus” secondo cui “al mercato dei servizi di linea interregionale a competenza statale potranno accedere solo raggruppamenti d’impresa la cui capogruppo svolga come attività principale il servizio di trasporto su strada”.

Questo ha scatenato la furia degli utenti, che si sono visti minacciati di essere privati di un servizio giovane, economico e valido a vantaggio dei soliti dinosauri dei trasporti che al massimo mettono a disposizione un carro bestiame formato autobus a prezzi degni di un viaggio nello spazio, anche per le piccole distanze.

A causa di questi “tumulti” supportati anche da una petizione per salvare Flixbus (se vuoi firmare visita il link) , il governo Gentiloni si è impegnato a cancellare la norma, nella speranza che tale impegno venga rispettato e nell’ottica di evitare la cancellazione di un servizio di trasporto privato che permette a milioni di utenti – soprattutto studenti fuori sede e giovani lavoratori – di viaggiare e muoversi a basso costo.

Quindi, ricapitolando: lavoro non ce n’è, i soldi pubblici servono a pagare gli stipendi dei cavernicoli che ci governano, fra un po’ ammazzeremo i pensionati per non dovergli più corrispondere le pensioni e i trasporti sono condannati a rimanere all’età della pietra, perchè la libera concorrenza è un’ utopia o semplicemente un’ idea degna di rimanere nell’iperuranio platonico.

Concludiamo amaramente con la seguente constatazione:  l’Italia non è più nè un paese per giovani, nè tantomeno per vecchi, ma solo per sanguisughe che giocano a fare i proctologi con il sedere altrui.