La Terra Trema

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Il Bel Paese sta scomparendo. A farlo cadere giù, pezzo dopo pezzo, le scosse di terremoto che dal 24 agosto stanno devastando i borghi più belli. Edifici storici, strutture urbanistiche di vecchia data ridotti a un cumulo di macerie. Un vero film dell’orrore, un’ apocalisse annunciata che sta tirando giù tutto, insieme al vissuto di tante persone che, se non muoiono, si ritrovano in strada o sistemate in alloggi di fortuna. La Terra trema, una terra violata, alterata dai cambiamenti climatici, sollecitata da stimoli nocivi, sfruttata, presa d’assalto da abusi edilizi e un terreno friabile che si sta sgretolando. Eppure, invece di badare alla messa in sicurezza degli edifici a rischio, si passa il tempo a contare i centesimi per via di quattrini mancanti da restituire all’Europa o per affrontare la continua emergenza dei migranti. Sembra una iattura. Volendo stare nei fatti il pensiero costante è: c’erano un tempo borghi disabitati per via di un’emigrazione nel tempo che aveva portato all’abbandono delle terre natali, e pur di farli rivivere, quei borghi, si stava pensando di sistemare migranti per ripopolarli, ma se tutto viene giù come si gestirà l’emergenza crescente e come verrà risistemata la gente che attualmente sta perdendo casa? E come se in questo tempo in cui gli unici valori sono finanza, banche e mercati, ci fosse una corsa ad accumulare soldi, dimenticando che anche le banche nei terremoti crollano, così come ogni forma di avidità crescente che fa perdere di vista il senso della realtà e di un’umanità vissuta con un senso di fastidio. L’Italia sembra sempre più un paese bombardato, lo hanno dichiarato alcuni sindaci che smetteranno di questo passo di ricoprire il ruolo di primi cittadini o tutt’al più gestiranno le macerie che si ritrovano davanti, le voragini delle strade che aprendosi interrompono ogni forma di comunicazione facendo piombare città e paesi in un caos naturale. La Natura si ribella, nelle viscere della terra le faglie si aprono, l’Appennino scende verso il Tirreno, ma la volontà di adoperarsi per studiare il fenomeno e correre ai ripari lascia indifferenti tutti. Come se si trattasse di un fenomeno che tocca gli altri ma non noi. Sottovalutazione, pressapochismo e, in tutto questo, un Paese che ogni giorno che passa rischia di dissolversi alla velocità della luce. Dissesti idrogeologi, strade che crollano. Anche Crotone non fa più eccezione. La settimana scorsa le popolazioni delle contrade di Capocolonna hanno denunciato lo stato di abbandono in cui vivono e le riprese Tv hanno mostrato la strada che dalla costa sale verso Capocolonna in uno stato di crollo continuo. Avete capito bene. Stiamo parlando della via che porta all’area archeologica che ha suscitato proteste per come i reperti siano  stati impietosamente ricoperti da uno strato di cemento, ma guarda caso, ora che la strada crolla, tutti allineati e zitti. Pure gli amministratori che organizzano percorsi di studio, richiamandosi alla storia della Magna Grecia, non sembrano turbati più di tanto. Roba da cabaret o teatro degli orrori, dipende da quale punto di vista si osservi la situazione. E in tutto questo, un continuare a vivere come se tutto fosse normale quando anche la normalità rischia di non essere più tale.